Page 286 - I Segreti del digiuno al Futuhat FINAL
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Muḥyīddīn ibn ʿArabī 285
Colui che si erge di fronte ad Allah, l’Altissimo, con questa conoscenza
è colui che veglia, anche quando dorme ( ), poiché non dorme se non
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per Lui, mentre chi non si erge dinanzi a lui con questa conoscenza è
colui che dorme, anche quando veglia. Sii attento (raqīb) a Lui nel tuo
cuore, poiché esso Lo contiene, così come Egli è attento a te, e tu non
sai i temi ed i luoghi in chi si esercitano i Suoi ef etti su di te e sugli altri
se non per mezzo della vigilanza (murāqaba).
Sappi che coloro che vegliano nel mese di Ramaḍān hanno due propositi
(ḫātir) [diversi] nella loro veglia: vi è chi veglia per Ramaḍān e chi veglia
per la Notte del Qadr, che è “meglio di mille mesi” (Cor. XCVII-3), e
le loro condizioni sono dif erenti. Colui che veglia [negli ultimi dieci
giorni] per Ramaḍān, il suo stato spirituale non è soggetto a crescita
o a diminuzione, mentre colui che veglia per la Notte del Qadr, il suo
stato cambia, conformemente alla sua conoscenza dottrinale riguardo
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ad essa ( ).
450 È riferito dalla tradizione che gli occhi del Profeta dormivano, ma che il suo cuore
era sveglio. Cfr. gli ahādīṯ riportati da al-Buḫārī, IV-5, X-161, XIX-16, XXXI-1, LXI-
24, XCVII-37, Muslim, VI-125 e 186, e da Abū Dāʾūd, I-79, V-26.
451 Nel Cap. 69 [I 496.6] Ibn ʿArabī precisa: “Ramaḍān è uno dei Nomi di Allah,
l’Altissimo, e la veglia in questo mese è a causa di questo Nome, poiché quando arriva
è obbligatoria la veglia per esso. L’Altissimo ha detto: “Il Giorno in cui gli uomini
si ergeranno di fronte al Signore dei Mondi” (Cor. LXXXIII-6), e Ramaḍān è il
Suo Nome, Gloria a Lui. Il conoscitore veglia magnif cando questo Nome da cui è
caratterizzato questo nobile mese: questo è ciò che il conoscitore ha presente nella sua
veglia. Tra gli attributi di relazione (nuʿūt) del Vero che appartengono a questo mese vi
è una proprietà (ḥukm) che gli altri non hanno: l’obbligo di istituzione divina del digiuno
per i servitori di Allah. Si tratta di un Attributo ṣamadānī in cui l’uomo fa a meno del
cibo, delle bevande, dei rapporti sessuali e della maldicenza (gība). Tutti questi sono
Attributi di relazione divini, da cui l’uomo è caratterizzato nello stato del suo digiuno;
quando arriva la notte, il servitore sta (qāma) di fronte al Vero con gli attributi che lo
caratterizzano durante il suo giorno (nahār). È obbligatoria per lui la veglia (qiyām) al
momento della rottura, af nché sappia che egli è un servitore bisognoso, che si nutre, e
che quel fare a meno (tanazzuh) non gli appartiene realmente, ma è un fatto accidentale
per lui, che gli rammenta di aver assunto dei tratti di carattere di Allah per mezzo della
trascendenza rispetto al regime della Natura. Per questo l’Altissimo ci ha notif cato,
nello ḥadīṯ da parte Sua, che il digiuno appartiene a Lui e che ogni opera del f glio di
Adamo appartiene al f glio di Adamo. Egli dice: “Invero il fare a meno del cibo, della
bevanda e del rapporto sessuale appartiene a Me, non a te, o Mio servitore! Sono Io che
sussisto per Me stesso, non avendo bisogno nella Mia esistenza (wuǧūd) di un custode
che Mi preservi, mentre tu hai bisogno nella tua esistenza di un Custode che ti preservi
e quello sono Io. Ho creato per te il cibo e ti ho reso bisognoso di esso. Ciò ti rammenta