Page 59 - I Segreti del digiuno al Futuhat FINAL
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            detto: “Questa nostra scienza è legata col Libro e con la Sunna” ( ),
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            intendendo dire che essa è il risultato del conformarsi a quelli nell’agire.
            Questo è ciò che intendiamo con il “testimone”, ed essi [il Libro e la
            Sunna] sono i due testimoni degni di fede ( ). Allah, l’Altissimo, ha
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            detto: “e chi si basa su una prova evidente ( ayyi a  da parte del suo
            Signore” (Cor. XI-17), e questi è colui che ha la visione [diretta], “e lo
            segue un testimone da parte Sua [sua]” (Cor. i i  m) - e questo è ciò che
            abbiamo menzionato riguardo all’agire in base alla notif cazione [cioè
            all’intraprendere il digiuno in base alla notif cazione di un testimone
            che ha visto il crescente lunare] - o il Libro o la Sunna. Questa [è la
            trasposizione del caso in cui si accetta] il testimone singolo.





            nella visione non c’è che af ermazione ed alcuna negazione. Invero esso è stato chia-
            mato testimone poiché testimonia per lui ciò che egli ha visto garantendo la validità di
            ciò di cui è a conoscenza. Dunque ogni contemplazione (mu ā a a  è una visione ma
            non ogni visione è contemplazione, ma essi non lo sanno. Non vedono il Vero se non
            i perfetti tra gli Uomini, mentre ognuno Lo contempla e la visione non lascia alcun
            testimone. Allah, l’Altissimo ha detto, af ermando così il testimone: “e chi si basa su
            una prova evidente ( ayyi a  da parte del suo Signore e lo segue un testimone da parte
            Sua” Cor. XI-17)”.
            56 Celebre sentenza di Abū l-Qāsim al-Ǧunayd, che Ibn ʿArabī stesso def nisce “il
            signore della Tribù [spirituale] ( ayyi  at-tā i a ”. Commenti a questa sentenza si trovano
            in numerosi altri capitoli delle Futūḥāt: 69 [I 404.14], 71 [I 631.19], 88 [II 162.16], 301
            [III 8.14], 314 [III 56.1], 558 [IV 262.13] e 559 [IV 419.33].
            57 Nel Cap. 559 [IV 419.33] Ibn ʿArabī spiega: “La Legge tradizionale ( a   a  è il noc-
            ciolo (lu  ) dell’intelligenza (ʿa l) e la realtà essenziale ( a   a  è il nocciolo della Legge
            tradizionale, ed essa è come l’olio che c’è nel nocciolo che è protetto dalla scorza ( i  ).
            Il nocciolo custodisce l’olio e la scorza protegge il nocciolo; analogamente l’intelligenza
            [in quanto si contrappone alle passioni] custodisce la Legge tradizionale e la Legge
            tradizionale custodisce la realtà essenziale. La pretesa di chi af erma una legge senza
            aver[ne] intelligenza non è valida. Invero Allah non ha imposto l’osservanza delle nor-
            me se non a chi ha una intelligenza salda; Egli non ha sottoposto a tale vincolo un folle,
            né un impubere, né un adulto dalla mente turbata, e la pretesa di chi af erma una realtà
            essenziale senza una Legge tradizionale è nulla. Per questo al-Ǧunayd ha detto: “Que-
            sta nostra scienza”, cioè le realtà essenziali che apporta la Gente di Allah, “è legata col
            Libro e con la Sunna”, cioè esse sono ottenibili solo da chi opera in conformità al Libro
            di Allah ed alla Sunna del Suo Inviato, e quella è la Legge tradizionale”. Analogamente
            René Guénon scriveva: «Quiconque se présente comme un instructeur spirituel sans se
            rattacher à une forme traditionnelle déterminée ou sans se conformer aux règles éta-
            blies par celles-ci ne peut pas avoir véritablement la qualité qu’il s’attribue» (  itiati    t
              ali ati     i itu ll , pag.169)
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