Page 62 - I Segreti del digiuno al Futuhat FINAL
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Muḥyīddīn ibn ʿArabī 61
uccello che dispieghi le ali (al-faǧr al-mustaṭīr) ( ); c’è chi sostiene che
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è l’alba rossa che segue a quella bianca ( ): questo è ciò che dicono
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Ḥuḏayfa ed Ibn Masʿūd ed essa corrisponde al crepuscolo rosso che
c’è all’inizio nella notte. Ciò che sostengo io è che è evidente per chi
la osserva quando è vietato mangiare, e questo è il testo del Corano:
“Finché non si distingue per voi il f lo (ḫayṭ) bianco dal f lo nero
[dell’alba]” (Cor. II-187), cioè il bianco del mattino (ṣubḥ) ed il nero
della notte ( ).
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Continuazione: la trasposizione di questo. Il tramontare del Sole
indica la f ne del periodo di giurisdizione del Nome divino Ramaḍān
riguardo al digiuno, poiché esso è quello che ha sancito il digiuno. La
striscia luminosa che caratterizza l’alba falsa.
60 Nel seguito del testo riportato nella nota precedente, Ibn ʿArabī aggiunge [I 631.35]:
“..poi si avvicina la comparsa del Sole ed il suo chiarore (daw’ = luce) appare all’orizzon-
te, come l’uccello (ṭāʾir) che apre le sue ali, e per questo tale chiarore si chiama “mustaṭīr”
[dalla radice “ṭāra”: volare], continuando a crescere f no al sorgere del Sole”. L’espres-
sione “al-faǧr al-mustaṭīr” ricorre in uno ḥadīṯ riportato da Muslim, XIII-41 a 43, Abū
Dāʾūd, XIV-17, e da Ibn Ḥanbal, in cui è riferito che il Profeta pose la sua mano verti-
calmente di piatto, con le dita allargate, per indicare il carattere orizzontale e dif uso
delle strisce luminose che caratterizzano l’alba vera. Abū Tālib al-Makkī, nella parte
IX di “Il nutrimento dei cuori (qūt al-qulūb)”, spiega che “nel mese ci sono due notti che
consentono di determinare il tempo dell’alba [vera]; in una la [falce decrescente della]
Luna sorge all’alba: si tratta della ventiseiesima notte. Nell’altra la Luna [quasi piena]
tramonta al sorgere dell’alba: si tratta della dodicesima notte. Tra il sorgere dell’alba
ed il sorgere del Sole intercorrono due terzi di un settimo di ogni notte: questo vale in
estate. D’inverno l’intervallo è minore e corrisponde a metà di un sesto di ogni notte”.
61 Gli arabi distinguono nell’alba vera due fasi, l’alba ( faǧr) o aurora (šafaq) bianca e l’al-
ba o aurora rossa. Il termine šafaq è impiegato per indicare sia il crepuscolo che segue
al tramonto del Sole sia l’aurora che precede il sorgere del Sole. Alla sera vi è prima
il crepuscolo rosso, che Ibn ʿArabī fa corrispondere all’alba falsa, e poi il crepuscolo
bianco, mentre al mattino l’ordine è invertito.
62 Quando questo versetto venne rivelato per la prima volta l’inciso “dell’alba” man-
cava, ed ʿAdī ibn Ḥātim riferì al Profeta di aver tenuto sotto il cuscino una cordicella
nera ed una bianca per verif care il momento dell’alba. Il Profeta rise e commentò che
doveva trattarsi di un cuscino molto grande, in quanto i f li a cui faceva riferimento
il versetto erano le strisce di luce e di oscurità nel cielo. A seguito di questo episodio
venne rivelata la specif cazione “dell’alba”, come riporta, Muslim, XIII-33 a 35. Va
notato che l’istituzione del digiuno risale al secondo anno dall’Egira, mentre ʿAdī entrò
nell’Islām solo nel nono anno dall’Egira, per cui il versetto 187 della Sūra della Vacca
venne rivelato parecchi anni dopo l’istituzione del digiuno. Nel seguito del testo verrà
riportato anche l’episodio che fu l’occasione di questa rivelazione.