Page 64 - I Segreti del digiuno al Futuhat FINAL
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Muḥyīddīn ibn ʿArabī 63
del nero, da cui si manifestano il colore della polvere (gubra), il rosso,
il verde e gli altri colori. Ciò che è prossimo al bianco ha in sé una
maggiore quantità di bianco che di nero e lo stesso vale per l’estremo
opposto [della gamma] ( ). La Sunna riporta la tradizione di Huḏayfa
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riguardo al rosso piuttosto che al bianco, nella quale si dice che “è
giorno anche se il Sole non è ancora sorto” ( ), e ciò è ammissibile
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(muḥtamil). Ma il bianco menzionato nel Corano non è “ammissibile” [è
certo]. Preferiamo dunque il bianco al rosso [dell’alba] per due buoni
motivi: il Corano e l’assenza di probabilità [cioè la certezza].
Quanto alla trasposizione delle due albe, quella bianca ha la proprietà
della fede, poiché è dedicata esclusivamente (muḫallaṣ) ad Allah e
non è mescolata, mentre quella rossa appartiene alla ricerca della
giurisprudenza (an-naẓhar al-iǧtihādī), che è la giurisdizione della ragione
(ʿaql). L’osservazione della ragione è mescolata con il sensibile per via
dell’immaginazione (ḫayāl), in quanto la ragione prende dal pensiero
(f kr), dall’immaginazione e dai sensi (ḥiss), o per mezzo di ciò che le
conferiscono [direttamente] i sensi o per mezzo di ciò che le conferisce la
facoltà rappresentativa (al-quwwa al-muṣawwira). La ragione è perentoria
in base a ciò che riceve anche se un dubbio corrosivo può subentrare in
essa. Per questo abbiamo attribuito l’aurora (šafaq) rossa all’osservazione
del giurisprudente, poiché il rosso è un colore prodotto dalla mescolanza
del bianco e del nero, ed è una mescolanza particolare.
Quanto alla trasposizione del rendere distinguibile, riguardo al detto
dell’Altissimo: “Mangiate e bevete f nché non è distinguibile per voi …”
(Cor. II-187), e non è distinguibile f nché non c’è il sorgere [dell’alba] e
questo è ciò che ritengo essere la regola, cioè in realtà [la Legge] non ha
proibito di mangiare al sorgere dell’alba ma solo quando l’osservatore
riesce a distinguere [tra il f lo bianco e quello nero]. Analogamente,
pur essendo il Vero Colui che Si manifesta nei supporti possibili di
manifestazione (al-maẓāhir al-imkāniyya), ciò non è distinguibile [o
evidente] per tutti. Come il Legislatore ha perdonato colui che mangia
64 Una interessante esposizione della teoria dei colori e della loro visione secondo le
scienze islamiche si trova nell’articolo “lawn” della seconda edizione della Encyclopédie
de l’Islam, volume V, pagg. 703-712.
65 Ḥadīṯ riportato da Ibn Māǧa, VII-23.