Page 63 - I Segreti del digiuno al Futuhat FINAL
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62 al-Futūḥāt al-makkiyya
conclusione del periodo della sua giurisdizione è il tramonto del Sole,
anche se il Nome Ramaḍān in quanto tale non cessa di esercitare la
sua autorità, poiché ha un’altra proprietà che si impone a noi e che
consiste nella veglia ( iyām). Nella sede che era caratterizzata dal digiuno
esercita il suo potere il Nome “Colui che fende ( ā i ) i Cieli e la Terra”
(Cor. VI-14, XII-101, XIV-10), ma per una delega da parte del Nome
Ramaḍān. Esso è dunque un suo rappresentante ( ā i ), come pure sono
suoi sostituti nel digiuno i Nomi “Colui che innalza per gradi” (Cor.
XL-15) e “Colui che trattiene i Cieli e la Terra dal crollare o [i Cieli] dal
cadere sulla Terra, se non con la Sua autorizzazione” (cfr. Cor. XXII-65
e XXXV-41).
Colui che digiuna rompe, ma la sua giurisdizione [cioè la giurisdizione
del Nome divino Ramaḍān] continua nella veglia f no al momento in
cui il Nome divino Ramaḍān proibisce di mangiare. Allora esercita
il suo potere il Nome “Colui che trattiene (mum ik)”, mentre il Nome
“Colui che fende” continua ad esercitare il suo potere sul malato, sul
viaggiatore e sulla donna gravida. Questo momento è l’alba bianca che
si dif onde all’orizzonte. Ciò è preferibile all’alba rossa, se non per colui
che interpreta l’espressione “ a ā a at-ta ū ” (Cor. XI-40 e XXIII-27)
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come l’alba ( ). Analogamente è preferibile prendere da ciò che ha
molte catene complete di trasmissione piuttosto che da una tradizione
isolata, ancorché valida, ed il Corano, che è riportato da molte catene
di trasmissione, dice: “Finché non si distingue per voi il f lo bianco dal
f lo nero” (Cor. II-187).
I fondamenti dei colori (al ā ) sono il bianco ed il nero; gli altri colori
sono intermedi tra questi due, generati dalla mescolanza del bianco e
63 Entrambi i versetti si riferiscono al diluvio ed all’arca di Noé: “Noi gli rivelammo:
Costruisci l’arca sotto i Nostri occhi e secondo la Nostra rivelazione. Quando il Nostro
Ordine sarà venuto e le cataratte avranno sgorgato ( ā a at-ta ū ), fai entrare in essa
una coppia di ogni specie…” (Cor. XXIII-27). Il termine “ta ū ” ha diversi signif cati,
tra cui “forno”, da cui è derivata la parola at a che indica il forno alchemico, “riserva
o sorgente d’acqua”, “cataratte [del cielo]”, “superf cie del suolo”, ma anche “alba”,
secondo l’interpretazione di ʿAlī ibn Abī Ṭālib, Allah sia soddisfatto di lui. Quanto al
verbo “ ā a” esso signif ca sia “bollire” o “ribollire”, sia “sgorgare”, che è anche uno
dei signif cati del verbo “ a a a”. Il riferimento dell’espressione al sorgere dell’alba è
riportato anche nel Cap. 69 [I 493.19], ma ciò che non è chiaro è il riferimento all’alba
rossa, piuttosto che a quella bianca: forse ciò è legato al colore rosso delle f amme del
forno (ta ū ).