Page 77 - I Segreti del digiuno al Futuhat FINAL
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            Continuazione sulla sua trasposizione. L’Altissimo ha detto: “Dì:
            invocate Allah o invocate il Misericordioso. Chiunque invochiate, Egli
            possiede i Nomi più belli” (Cor. XVII-110). L’autorità (ḥukm) appartiene
            a Colui che viene invocato con i Nomi divini, non ai Nomi, poiché
            anche se i loro signif cati sono dif erenti e distinti, in realtà essi indicano
            tutti una specif ca Essenza. Anche se essa non è conosciuta e non c’è
            limite che la def nisca, ciò non toglie che noi af erriamo e sappiamo che
            vi è un’Essenza a cui questi Nomi si applicano.
            Lo stesso vale per il digiuno: quello è ciò che è cercato (matlū ), che sia
            raccomandato od obbligatorio, secondo il numero delle suddivisioni del
            digiuno obbligatorio.

            Chi  prende  in  considerazione  il  Nome  divino  Ramaḍān  fa  una
            distinzione tra esso ed il resto che dipende dal Nome “Colui che trattiene
            (mum ik)”, non dal Nome Ramaḍān. Anche se i Nomi divini indicano
            la stessa Essenza, essi si dif erenziano tra di loro sotto due aspetti. Il
            primo dipende dalla dif erenza dei termini (al ā ) che li caratterizzano,
            il secondo dalla dif erenza dei loro signif cati (ma ā  ). I Nomi, anche
            se sono molto prossimi e molto simili, sono comunque distinti, come il
            Clemente ( a  m) ed il Misericordioso ( a mā ), per fare un esempio di
            somiglianza massima. I Nomi che comportano una opposizione sono
            invece molto distanziati – come “Colui che danneggia” e “Colui che
            è Benef co”, “Colui che innalza (al-mu i  )” e “Colui che abbassa (al-
            mu ill)”, “Colui che dà la vita” e “Colui che dà la morte”, “Colui che
            guida” e “Colui che svia” – ed è necessario considerare la proprietà
            (ḥukm)  dei  signif cati  che  [i  Nomi  divini]  stanno  ad  indicare:  questo
            distingue l’uomo di scienza dall’ignorante.
            Il Vero li ha resi molteplici solo perché si possa considerare il signif cato
            che essi indicano e ciò che il Vero, l’Altissimo, voleva dire in quello ad
            esclusione di altro. È quindi necessaria la determinazione (ta y  ) perché
            si realizzi il vantaggio voluto da quella specif ca espressione, piuttosto
            che ciò che è ottenuto da altre combinazioni di termini che sono le
            Parole divine.
            Colui  che  prende  in  considerazione  lo  stato  di  chi  è  sottoposto
            all’osservanza delle norme (mukalli ) è colui che stabilisce una distinzione
            tra colui che viaggia e colui che sta a casa: questa distinzione ha un
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