Page 82 - I Segreti del digiuno al Futuhat FINAL
P. 82

Muḥyīddīn ibn ʿArabī                                   81

            di Ramaḍān o in qualsiasi altro momento non è un’opera pia. Se non
            è un’opera pia, è come se non avesse fatto nulla - e questo è il caso
            più favorevole - oppure come chi fa l’opposto di una opera pia, ed il
            suo contrario è l’empietà, ma non è questo che sto dicendo. Io sto solo
            negando che egli sia impegnato in una opera pia nel compiere quell’atto
            in quella condizione. Ed Allah è più Sapiente.

            Continuazione: la trasposizione. Chi segue la via (as-sālik) è colui
            che sta viaggiando (al-musāf r) attraverso le stazioni spirituali (maqāmāt)
            per mezzo dei Nomi divini. Il Nome divino Ramaḍān non ha autorità
            su di lui per quanto concerne il digiuno obbligatorio o non obbligatorio.
            Questo è il motivo per cui il Profeta, che Allah faccia scendere su di
            lui la Sua ṣalāt e la Pace, ha detto: “Digiunare in viaggio non fa parte
                        85
            della  pietà.”  ( ).  [613]  Il  Nome  Ramaḍān  richiede  l’applicazione
            della sua autorità [su colui che viaggia] f no alla f ne del mese della sua
            giurisdizione; il viaggio invece gli impone il trasferimento (intiqāl), che
            corrisponde alla mancanza di stabilità in uno stato. Per questo l’autorità
            del  Nome  divino  Ramaḍān  è  annullata  riguardo  al  viaggiatore  che
            digiuna.
            Colui  che  sostiene  che  gli  è  permesso  [digiunare],  considera  che  il
            percorso del suo viaggio è attraverso i giorni del mese e pone così il
            viaggio sotto l’autorità del Nome Ramaḍān: quindi combina digiuno
            e viaggio.
            Quanto  al  regime  del  suo  trasferimento,  chiamato  viaggio,  egli  si
            trasferisce  dal  digiuno  alla  rottura  e  dalla  rottura  al  digiuno,  e  così
            l’autorità [del Nome] Ramaḍān non lo abbandona: questo è il motivo
            per cui gli è prescritto di digiunare e di vegliare. Inoltre gli è concesso
            anche il digiuno continuo, poiché egli si trasferisce dalla notte al giorno
                               86
            e dal giorno alla notte ( ), e l’autorità di Ramaḍān si esercita così sui di
            lui. Questo è il motivo per cui al viaggiatore è concesso di digiunare in
            Ramaḍān.


            85 Ḥadīṯ riportato da al-Buḫārī, XXX-36, Muslim, XIII-92, Abū Dāʾūd, XIV-43, at-
            Tirmiḏī, VI-18, an-Nasāʾī, XXII-46 a 49 , Ibn Māǧa, ad-Dārimī, e da Ibn Ḥanbal.
            86 Nel primo caso il regime di trasferimento si applica al passaggio dal digiuno alla rot-
            tura e dalla rottura al digiuno, mentre in questo caso trova applicazione nel passaggio
            dalla notte al giorno e dal giorno alla notte.
   77   78   79   80   81   82   83   84   85   86   87