Page 86 - I Segreti del digiuno al Futuhat FINAL
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Muḥyīddīn ibn ʿArabī                                   85

            della dottrina di Muḥammad Ibn ʿAbd al- Ǧabbār an-Nif arī, l’autore
            del Libro delle Soste ed uno degli Uomini di Allah, per come lo stimo
            ( ).
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            L’uomo  deve  necessariamente  avere  una  inclinazione:  egli  è  tra
            il Vero e la creazione e tra il Vero ed il Vero per quanto concerne i
            Nomi divini. Ogni lato lo chiama a sé e così egli non può fare a meno
            dell’inclinazione [614] o da esso, o verso di esso per mezzo di esso, o
            per se stesso, secondo il suo stato, specialmente la Gente della Via di
            Allah. Nelle loro azioni permesse essi sono di fatto nello stato di ciò
            che è raccomandato o di ciò che è obbligatorio: essi non fanno mai una
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            azione che sia puramente permessa (mubāḥ) ( ). Non troverai nessuno
            della Gente di Allah che abbia entrambi i piatti della sua bilancia in
            equilibrio: l’uomo è l’ago della bilancia (lisān al-mīzān) e deve inclinare
            dal lato di chi lo richiama al Vero.
            Questa  è  la  trasposizione  di  chi  sostiene  che  il  digiuno  va  rotto  in
            qualsiasi condizione che possa essere chiamata malattia. “Certo Allah
            è  presso  il  malato”,  come  è  stabilito  dalla  notif cazione  divina  ( ).
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            Non  vedi  che  egli  cerca  rifugio  in  Lui  e  Lo  menziona  spesso,  quale

            ta è la considerazione della possibilità (imkān) del Mondo: la possibilità è la causa della
            sua malattia e la malattia è una deviazione e la deviazione è l’opposto della rettitudine
            (istiqāma)”.
            92 Nel suo Libro dei Discorsi (kitāb al-muḫāṭabāt), nel primo paragrafo del Capitolo LII,
            an-Nif arī af erma: “O servitore, tutte le lettere sono malate salvo la alif: non vedi che
            tutte le lettere inclinano e che solo la alif sta diritta senza inclinare? Invero la malattia è
            l’inclinazione e l’inclinazione appartiene agli infermi (siqām): quindi non inclinare”. Ibn
            ʿArabī riprende l’argomento nel Cap. 73 [II 122.25], a proposito della questione CXL
            di at-Tirmiḏī, “com’è che l’alif è il punto di partenza delle lettere?”: “La risposta è che
            ad essa appartiene il movimento verticale (al-ḥaraka al-mustaqīma) [nella scrittura l’alif si
            traccia con un movimento verticale] e che ogni cosa si erge ( yaqūmu) per l’autosussisten-
            za (qayyūmiyya). Se dici che la genesi (takwīn) ha luogo per mezzo del movimento oriz-
            zontale, esso non ha luogo che per una malattia (maraḍ) e la malattia è una inclinazione
            (mayl). Non vedi che coloro che parlano per il giudizio della ragione fanno di Colui che
            ha dato l’esistenza al Mondo la Causa (ʿilla) delle cause, e la causa è il contrario dell’au-
            tosussistenza? Diciamo dunque che l’esistenza ha luogo per l’autosussistenza della causa
            [o dell’infermità] ed ogni cosa ha autrosussistenza. Comprendi dunque! L’autosussi-
            stenza della Divinità (ulūhiyya) esige senza dubbio il vassallo (ma’lūh)”.
            93 La condizione di liceità è qui considerata come «neutra» o «priva di inclinazione».
            94  Riferimento  ad  un  celebre  ḥadīṯ  qudsī  riportato  da  Muslim,  XLV-43,  e  da  Ibn
            Ḥanbal.
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