Page 83 - I Segreti del digiuno al Futuhat FINAL
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82                                          al-Futūḥāt al-makkiyya

            Il  malato  non  ha  lo  stesso  regime  giuridico  del  viaggiatore  nella
            trasposizione.  I  dottori  della  Legge  sono  concordi  sul  fatto  che  sia
            permesso al malato digiunare in Ramaḍān, mentre non è così per colui
            che viaggia, ma la loro argomentazione (i ti lāl) basata sul versetto ( ) è
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            debole. La trasposizione è che la malattia è il contrario della salute e ciò
            che si vuole con il digiuno è la salute ( iḥḥa : due contrari non possono
            riunirsi per cui il digiuno in malattia non è valido. Noi applichiamo
            questa considerazione al mese di Ramaḍān più che ad altri periodi in
            quanto in esso [il digiuno] è obbligatorio perché Allah stesso lo ha reso
            tale. Colui che lo ha reso obbligatorio è Colui che ne ha tolto [l’obbligo]
            al malato: non è ammesso far diventare obbligatorio da parte di Allah
            ciò  che  non  è  obbligatorio  per  Allah,  nella  condizione  in  cui  non  è
            obbligatorio.



                CONTINUAZIONE RIGUARDO ALLA SEZIONE: SE
                 È CONCESSO AL MALATO ED AL VIAGGIATORE
              DIGIUNARE NEL MESE DI RAMAḌĀN, È PREFERIBILE
                PER LORO DIGIUNARE O ROMPERE IL DIGIUNO?
            Alcuni sostengono che è meglio digiunare ed altri che è meglio rompere
            il digiuno. Altri af ermano che si può scegliere e che nessuna delle due
            opzioni è migliore dell’altra.

            La trasposizione. Chi considera che il digiuno non ha simili e che è
            un attributo appartenente ad Allah sostiene che è meglio digiunare. Chi
            considera che si tratta di un atto di adorazione e quindi di un attributo
            di abbassamento ( illa  e di povertà (i ti ā ) proprio del servitore, sostiene
            che è meglio rompere il digiuno, soprattutto nel caso del viaggiatore
            e del malato. Entrambi hanno bisogno di forza, la cui fonte si trova
            normalmente nella rottura del digiuno: per questo rompere è preferibile.
            Chi considera che il digiuno dipende dal Nome divino Ramaḍān e la
            rottura dal Nome divino “Colui che fende ( ā i )” e af erma che non ci
            sono gradi diversi di eccellenza (ta ā ul) tra i Nomi divini, in quanto
            tutti  Nomi  appartenenti  a  Dio,  l’Altissimo,  sostiene  che  nessuno  dei


            87 Si tratta verosimilmente del versetto 184 o 185 della Sūra II.
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