Page 73 - I Segreti del digiuno al Futuhat FINAL
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72 al-Futūḥāt al-makkiyya
Questo è il motivo per cui abbiamo attribuito il potere al Nome “Colui
che vivif ca” o “Colui che trattiene”, poiché per mezzo della vita
vengono mantenuti i Cieli degli spiriti e la Terra dei corpi, e per questo
il potere di “Colui che vivif ca” è più forte del [lo stato di] digiuno in cui
si trova il servitore. I due Nomi sono fratelli. Quando essi vengono dal
Nome di Allah Ramaḍān, riguardo al regime di colui che digiuna, o dal
Nome divino per mezzo di cui il Vero correla il digiuno a Se stesso al di
fuori [del mese] di Ramaḍān, essi trovano il Nome divino “Colui che
danneggia (a - ā )” e “Colui che fa morire (al-mum t)” nella dimora più
prossima a questo supporto di manifestazione (maḥall) [cioè il servitore
che digiuna], e cercano aiuto nel Nome divino “Colui che dà benef cio
(a - ā ʿ)”. I tre Nomi divini cercano di far perdurare questa entità (ʿay )
sussistente e la spingono a cercare l’applicazione di ventose. Quindi
colui che digiuna non rompe il suo digiuno e non è rimproverato,
poiché per mezzo della sua esistenza [cioè dell’esistenza dell’entità, che
è il servitore], può af ermarsi il potere del Nome divino Ramaḍān.
Colui che invece sostiene che l’applicazione di ventose è disapprovata
ma non rompe il digiuno, giustif ca la disapprovazione nella
considerazione che colui che digiuna è caratterizzato dalla rinuncia
al nutrimento, perché è vietato per lui mangiare e bere. Il nutrimento
è determinante per la vita di colui che digiuna e tuttavia gli è stato
ordinato di astenersene mentre digiuna. Rimuovere il sangue in questa
condizione mediante l’applicazione di ventose o salasso è per timore
della morte, per cui equivale al nutrimento [assunto] per garantire la
vita, ma il nutrimento in questo caso è vietato per cui l’applicazione di
ventose è disapprovata. Mediante questa trasposizione e la precedente
ha luogo il giudizio di colui che sostiene che essa rompe il digiuno e che
è obbligatorio astenersi dal farlo.
CONTINUAZIONE RIGUARDO ALLA SEZIONE DEL
VOMITO (QAY’) E DEL COSTRINGERSI A VOMITARE
(ISTIQYĀʾ)
C’è chi sostiene che chi non può fare a meno di vomitare non rompe
il digiuno, e questo è il punto di vista della maggioranza, e chi sostiene
che invece rompe il digiuno, come Rabīʿa [ibn Abī ʿAbd ar-Raḍmān]