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      mai non consenta di essere delu
      sa da un ascienza fittizia, ed alla ra
      gione si appelli, perch' essa nuova
      mente si occupi della più grave di
      sue bisogne, qual è la cognizione
      di se stesso, e costituisca tribunale
      competente, il quale pronunzii con
      sicurezza, e valga ogni vana traco
      tanza reprimere, con arbitrarie sen
      tenze non già, ma in virtù di sue
      leggi eterne, immutabili: nè altro
      evvi tribunale più competente all'uo
      po, tranne la critica della ragione
      pura.



                                   -  e
                                             -
      no d'ordinario sottrarsele sotto l'usbergo di
      santità la religione, come sotto quello della  e
      maestà loro le leggi: nel i caso esse
      corrono rischio di essere giustamente so,
      spette, e di non potere a quella estimazione
      sincera pretendere, che la ragione accorda
      solamente a quanto può sostenerne il li
      bero e pubblico esame.            -
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