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guersi, l’interesse russo si era già spostato verso al-
tre ricchezze.
Eldorado. Dopo la conquista furono trovati fer-
ro, rame, piombo, zolfo, miniere di argento e stagno.
E anche l’oro. Così, proprio come il Far West ame-
ricano, all’inizio del XIX secolo anche la Siberia vis-
se la sua caccia all’oro. “La Siberia ha un suolo d’o-
ro”, si diceva del resto già due secoli prima, riferen-
dosi alla fertilità di certe sue aree. Quel modo di dire
poteva adattarsi al lavoro di quegli ex deportati au-
daci che nel XVIII secolo cominciarono la coloniz-
zazione agricola della terra al di là degli Urali. Fino
a quel momento gli zar avevano usato la Siberia co-
me contenitore-prigione, sperando, invano, che una
volta scontata la pena quegli uomini potessero met-
tere radici. Fu invece grazie all’arrivo di famiglie di
agricoltori che, nel giro di due secoli, le fattorie sor-
sero una dopo l’altra, tra gli Urali e il fiume Amur.
Eppure, nonostante le pellicce, i minerali e l’agricol-
tura, la Siberia non riusciva a svilupparsi. Finché, nel
XIX secolo, non arrivò un governatore onesto, labo-
rioso e indomabile: si chiamava Nikolaj Muravëv-
Amurskij e capì che laggiù il primo problema da af-
frontare era quello dei trasporti.
Grande opera. Muravëv diede uno sbocco sul
Pacifico alla Siberia, spingendosi alle foci dell’Amur
nel 1850; poi si accordò con i cinesi e avvicinò la
Kamchatka. Ma i siberiani dovettero aspettare l’ini-
zio del XX secolo per un treno, la Transiberiana. La
volle Alessandro III per favorire lo sviluppo della Si-
beria e unire gli estremi dell’impero. Cosa che quel
treno, un secolo dopo, continua a fare. •
Maria Leonarda Leone
Terra di deportazione, con gli zar e con l’Urss
n che modo si può popo- sylka, la deportazione alla rus- tandoli per colonizzare quei Riottosi. Nel XVII secolo vi
lare questa nuova ter- sa. Fin dal XVI secolo finirono posti lontani (da dove fuggire arrivarono ribelli e “vecchi
“Ira?”: la risposta alla do- in Siberia delinquenti comuni, significava affrontare mortali credenti”, deportati a mi-
manda che si era posto lo zar nemici politici, prigionieri di lande inospitali) e per lavo- gliaia perché non volevano
Ivan il Terribile all’inizio della guerra: il governo si liberava rare in miniere e fabbriche. abbandonare i loro antichi
conquista della Siberia fu la così degli indesiderati, sfrut- Finire nella katorga, i temuti costumi religiosi. Ma nel 1917
penitenziari siberiani, era per contrappasso ci finì pure
SCALA facile e dipendeva dalle voglie l’ultimo zar di Russia Nicola II,
dello zar di turno: c’era posto confinato a Ekaterinburg.
per i fumatori, per i ladri, per Quello stesso anno Lenin an-
chi “guidava con le redini” e nunciò che i “nemici di classe”,
non tirando il cavallo per le anche in assenza di prove,
briglie. Ivan il Terribile vi spedì dovevano essere trattati come
persino un elefante, regalo criminali. E nel 1926 si inau-
dello scià di Persia, che non gurarono i gulag (acronimo
si era voluto inginocchiare russo per “Direzione centrale
davanti a lui, suo figlio Fëdor e dei campi di correzione”).
la campana di Uglič, che aveva Fra il 1929 e il 1953 vi finirono
suonato a festa quando suo in 28 milioni, con le “purghe”
Deportati alle Isole Sachalin, di fronte alle coste russe sul Pacifico, nel fratello era stato assassinato. di Stalin.
1890. Fuggire era un’impresa (ma qualcuno ci riuscì).
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