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Poeti e mecenati in campo per lui


                  età di Augusto è considerata   potere, nonché al diritto di Roma di
                  l’epoca romana a più alta   dominare il mondo. Del circolo di
             L’densità di artisti e intellettua-  Mecenate fecero parte anche Albio
             li. Non solo: le loro opere sono in   Tibullo (poeta erotico), mentre
             buona parte sopravvissute.   negli stessi anni Fedro scriveva le
             Il più efficace “ministro della pro-  sue favole.
             paganda” di Augusto fu il cavaliere   Studiosi. Contemporaneo di Au-
             (classe di nuovi ricchi sostenuti da   gusto fu anche il più celebrato tra
             Augusto) di origine etrusca Gaio   gli storici romani, Tito Livio. Sotto
             Cilnio Mecenate, almeno fino a   l’imperatore scrisse la sua monu-
             quando i rapporti tra i due non   mentale Storia di Roma in 142 libri
             si raffreddarono per questioni di   (35 sono giunti fino a noi) fonte
             donne.                       inesauribile di notizie e soprattutto
             Sponsor. Mecenate (da cui la parola  di aneddoti. Sotto il primo impe-
             mecenatismo) fu lo sponsor di una   ratore vissero anche il più celebre
             squadra di poeti del calibro di Vir-  geografo del mondo antico, il
             gilio, Orazio, Properzio, Ovidio. Fu   greco Strabone, e l’architetto latino                            ALINARI
             lui a spingerli a diventare i cantori   Vitruvio, che dedicò il suo trattato
             del “nuovo ordine” augusteo e a   De architectura ad Augusto, gran co-
             sostenere i suoi sforzi di dare una le- struttore che a sua volta gli garantì
             gittimità storica e mitologica al suo   una pensione a vita.




            SOMMO           di non abolire formalmente. Anzi, lasciò quelle altis-
            SACERDOTE       sime cariche ad altri, tenendosi però il diritto di eser-
           Augusto con le vesti   citarne i poteri. Come? In forza della sua auctoritas,
           da pontefice massimo,   l’autorevolezza che gli era riconosciuta per aver po-
           la più alta carica
           religiosa di Roma, che   sto fine alle guerre civili.
           assunse nel 12 a.C.  C’erano poi altre “parole magiche” coniate a pun-
                            tellare la mirabile costruzione di Augusto. Una era
                            princeps: il principe, ovvero, letteralmente, il “primo
                            cittadino”. Anche in questo caso siamo di fronte a un
                            eufemismo che gli consentì di agire da monarca as-
                            soluto senza farsi chiamare re. Tra i poteri che si era
                            fatto assegnare a vita nel 23 a.C. da un Senato ormai
                            ai suoi piedi, due in particolare gli permettevano di
                            determinare in ogni momento il corso degli eventi:
                            la tribunicia potestas e l’imperium proconsulare. Con
                            la prima, ovvero con il potere di veto garantito ai tri-
                            buni della plebe, poteva bloccare qualsiasi legge sgra-
                            dita. Con il secondo ebbe di fatto il comando supre-
                            mo dell’esercito e il controllo sulle province riottose,
                            ovvero quelle in cui c’era bisogno di soldati e che go-
                            vernava con i suoi legati.
                              Augusto spartì l’impero in due aree d’influenza: le
                            province imperiali, i cui governatori erano meri ese-
                            cutori dei suoi voleri, e quelle controllate dai senato-
                            ri. Queste ultime però potevano essere solo provin-
                            ce pacificate – quindi prive di legioni potenzialmen-
                            te ribelli. Quanto al prestigioso Egitto, conquistato
                            sconfiggendo Antonio e la regina Cleopatra sul ma-
                            re di Azio, Augusto ne fece una proprietà personale.
                              Generalissimo. Fu proprio con la guerra, del re-
                            sto, che iniziò l’ascesa di Ottaviano a quel trono ma-
                            scherato da sedia curule (quella riservata ai magistra-
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