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Come nasce l’uomo e l’artista Pietro Sanna?
Nonostante tutto, nonostante i successi, gli insuccessi
e le vicissitudini della vita io mi rendo conto che fin
da molto piccolo ho venduto l’anima al diavolo per
la musica. È qualcosa di più forte, di più grande e
più profondo di me stesso. Ogni volta che scrivo una
canzone sento la necessità di scrivere subito ancora.
Quando poi scrivo in sassarese il lavoro è più intenso
perchè devo cercare i “detti” originali, cerco di non
sbagliare i termini, faccio ricerche approfondite. Non
posso dire quando ho iniziato a scrivere perchè è
un’esigenza nata d’istinto. Ho sempre amato molto
leggere, in particolar modo i grandi classici: Dante,
Shakespeare, Baudelaire, Blake... Questo amore per i
versi, unito all’infanzia passata con mio padre che mi
portava ad acoltare “i cantatori alla sarda”, hanno
fatto nascere in me il desiderio di fare musica. Posso
dire di avere una forte base, sia tecnica che pratica,
sul canto sardo perchè ci ho lavorato molto anche
se con qualche personalizzazione. Credo infatti che
non si possa continuare sempre nella medesima
forma ma sia giusta un’evoluzione anche nel canto
tradizionale. Da queste basi ho portato avanti
qualcosa di viscerale. Ascoltare Ginetto Ruzzetta,
Tony Del Drò, Giovannino Giordo e tutti coloro che
rappresentano la storia di Sassari è stato inevitabile
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