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ulteriormente a casa di mia zia che mi aveva temporaneamente ospitato, e mio padre mi chiamò per spingermi
           a tornare in Sardegna. In tre giorni la mia vita cambiò di nuovo completamente: tornai in Sardegna, fondai i
           Sonos de Manos, scrissi il brano “Mama Maria” - dedicata a mia madre - il cui aiuto costante mi accompagna.
           La porto sempre con me, tanto da avere il suo nome tatuato!

           Hai citato “Mama Maria” che è uno dei tuoi brani più belli. Quanto conta per te il testo di una canzone
           rispetto alla musica?

           Il testo deve piacermi, mi deve avvolgere. Devo innamorarmi del testo, sia che lo scriva io, sia che sia di un
           altro autore. Ad esempio otto testi del nuovo cd sono di Valentino Campus, un amico che si diletta a scrivere
           testi e pensieri e che io ho adattato alla mia musica. Un testo invece completamente mio è quello di “Vecciu”,
           brano dedicato a mio padre.

           Hai avuto molte esperienze musicali in importanti manifestazioni, ce n’è una che ricordi in particolar
           modo?

           Ce ne sono tante. Ma per me è importante suonare bene anche se davanti dovessi avere solo tre persone,
           perchè si formerebbe un’atmosfera intima. Ma è emozionante anche cantare davanti ad un pubblico molto
           numeroso. Non c’è una manifestazione in particolare che voglio ricordare. Io vivo tutto a trecentosessanta
           gradi.
           Cosa hanno pensato i tuoi familiari quando hai iniziato la tua carriera di musicista?
















                                                                                        “Il testo deve


                                                                                         piacermi, mi

                                                                                        deve avvolge-


                                                                                       re. Devo inna-

                                                                                         morarmi del


                                                                                         testo, sia che


                                                                                      lo scriva io, sia

                                                                                         che sia di un


                                                                                        altro autore”.

















                                                                                                                  87
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