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Arte
                                                                      Angelo ebbro 135,8 x 125’7 olio su tela 2010
           avevo  imparato  a  usare  squadrette,  matite,
           pastelli, tagliare il legno e progettare qualco-
           sa; fortunatamente gli studi fatti alle superio-
           ri furono fondamentali per l’Accademia. Tra
           le  persone  che  devo  ringraziare  all’istituto
           D’ Arte ricordo la professoressa De Giorgio
           di Storia dell’Arte, allieva di Argan, una si-
           gnora seria e distinta, molto severa ma con
           una grande passione per ciò che insegnava, e
           la sua passione mi coinvolse a tal punto che,
           anche se in quegli anni della pittura non mi
           interessavo,  rimasi  ugualmente  colpito  da
           artisti come Piero della Francesca, Caravag-
           gio, Michelangelo, Turner, Courbet, Troyon,
           Millet, gli Impressionisti e i Macchiaioli. Ho
           anche  una  grande  passione  per  la  musica,
           raramente dipingo in silenzio: la musica e la
           radio mi accompagnano sempre, ed essendo
           l’ultimo di cinque figli ho assorbito da loro
           vari  generi musicali degli anni  70.  Ricordo
           ancora il gracchiare della puntina sul disco.
           Qualcuno si chiederà cosa c’entri con la pit-
           tura ma in realtà il collegamento c’è, eccome!
           Tutto è collegato, ricordo ancora quando la
           prof. ci spiegò “Monaco in riva al mare” di
           Friedrich, l’immensità e la forza della natura
           al cospetto dell’impotenza dell’uomo. Osser-
           vando quel quadro capii che ogni opera non
           è fine a se stessa e che il suo significato, l’at-
           mosfera sospesa in particolare, mi ricordava   Monaco in
           i Pink Floyd. Sembrava di sentire “The dark
           side of the moon”, musica tramutata in im-
           magine. Musica e pittura avevano lo stesso   riva al mare
           linguaggio. Quel giorno qualche cosa cambiò
           e lo scoprii in seguito.

           Ti  formi  come  pittore  classico  figurativo,   di Friedrich
           che segue il percorso manieristico e Baroc-
           co, ma io so che oltre questo c’è un tuo per-
           corso molto personale. Mi racconti queste
           due fasi di creatività?                                                  “


           Il mio percorso nasce da un interesse per gli   Osservando quel quadro capii che ogni opera
           artisti che raccontavano la realtà. Sono fatto   non è fine a se stessa e che il suo significato,
           cosi di carattere, mi piace l’arte di rottura,   l’atmosfera sospesa in particolare, mi ricor-
           quella fatta da artisti che non si nascondono   dava i Pink Floyd  sembrava di sentire The
           o hanno paura di dire, mostrare e/o racconta-  dark side of the moon musica tramutata in
           re, e questo è tipico di Caravaggio e di buona   immagine. Musica e Pittura avevano lo stesso
           parte dei caravaggisti. Subito dopo arriva la   linguaggio. Quel giorno qualche cosa cambiò
           fase del Barocco ed il trionfo della decorazio-  e lo scoprii in seguito.
           ne, del bello e dello sfarzo. Caravaggio e Ba-
           rocco sono legati, o almeno il legame che gli





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