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Arte
Testo e intervista: Daniele Dettori
Foto: Enzo Tanda
ENZO TANDA
LA PAROLA AI COLORI
Le fantasie di colore alle quali Enzo Tanza riesce a dar vita con i suoi dipinti sono state il motivo
che ci ha spinto a incontrarlo e a chiedergli, per quanto possibile, di svelarcene i segreti. Già vin-
citore di diversi concorsi di pittura estemporanea, il prof. Tanda insegna ai ragazzi dell’Istituto
d’Arte di Sassari. I suoi quadri, dopo un’installazione di parecchi mesi nell’ampia sala del Caffè
Usai, in via Pasquale Paoli 17 a Sassari dove lo abbiamo conosciuto, sono ora esposti presso il
Bar Arca, sempre a Sassari, in via Rockefeller 24.
Come scopre la sua vocazione artistica? il celebre scultore che ho avuto anche come
insegnate e che mi chiese se fossi interessato
Da bambino abitavo al centro storico di Sassa- a lavorare nel suo studio per imparare il me-
ri e, qualche volta, vedevo alcuni ragazzi che stiere di ceramista e scultore. Così, a partire
dipingevano. Poi ho scoperto che erano alunni dalla seconda superiore, ho frequentato il suo
dell’Istituto d’Arte e che andavano in giro per laboratorio dove lavoravo la ceramica e, con-
il centro storico a dipingerne e decorarne gli temporaneamente, continuavo a dipingere.
angoli, le fontane, gli archi. Mi sono incuriosi-
to e ho iniziato a disegnare su qualunque cosa Quali artisti e quali correnti predilige?
potessi. Ricordo che, allora, preferivo soprat-
tutto disegnare fumetti. Poi, alle scuole medie, A me piacciono quasi tutti gli artisti nello loro
ho avuto come insegnante un bravo professo- forme di espressione individuale. Quando ero
re di educazione artistica che mi ha convinto giovane mi piaceva molto Paul Clee. Prediligo
a iscrivermi all’Istituto d’Arte, Prof. Nivola. forse l’astrattismo, ma più che altro io dovrei
Lui mi ha dato lo spunto per poter entrare in essere catalogato come impressionista sebbe-
questo mondo fantastico. Una vola iscrittomi ne, probabilmente, neanche questa definizione
sono andato a lavorare con Gavino Tilocca, mi rispecchi completamente.
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