Page 367 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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LEZIONE VENTIDIIESIMA.
1 TRENTA TIRANNI AD ATENE. SUA LIBERAZIONE.^ I SOFISTI.
MORTE DI SOCRATE.
Il vincitore di Atene non stette ai patti ; e già sarebbe da
segnarsi col carbon bianco. La vittoria di Lisandro, la riputa-
rono anche loro vittoria gli oligarchi ateniesi, esuli e no, e ne
dettero segno col farne baldoria in mezzo al lutto universale.
Non dovevano dunque profittarne ? Ed ecco che indussero Lisan-
dro a mutare la costituzione politica della città, dandone l’ inca-
rico a trenta di loro. Il popolo non s’ oppose. Ogni opposizione
sarebbe stata vana in presenza della flotta di Lisandro e del-
r armata peloponnesiaca che non s’ erano ancora ritirate da Atcj
ne : oltracciò non si diceva apertamente di volere abolire le
leggi antiche, ma solo di sottoporle a una revisione e modifi-
carle in conformità delle nove circostanze.
Ma quei Trenta non furono altrimenti legislatori : furono
veri tiranni. Per fiaccare affatto la potenza marittima d’ Atene,
fecero demolire l’arsenale che era costato mille talenti, e per
tre soli ne venderono i materiali : per render l’Attica sempre ac-
cessibile anche dalla parte di terra, trattavano d’ atterrare i forti
situati ai confini ; per impedire che gli oratori s’ ispirassero pa-
triotticamente, come tante volte, alla vista del Pireo, trasloca-
rono altrove la loro tribuna : per meglio assicurarsi nei loro
eccessi tirannici , assoldarono un corpo di truppe spartane a cui
consegnarono la cittadella, e per pagarle spogliarono i templi:
per soffocare il malcontento che si manifestava da ogni parte,
ricorsero all’ espediente sempre usato, quantunque produca sem-
pre r effetto contrario, delle condanne. E cosi perirono un fra-
tello e un figliolo di Nicia ; perirono tutti i devoti all’ antica
costituzione ; perirono tutti quelli che per le loro ricchezze of-
frivano larga preda ai tiranni , e ne dovevano saziar l’ ingordi-
gia ; perirono tutti quelli che per motivi personali erano odiati
da qualcuno dei Trenta, e ne dovevano saziar l’odio. Si temeva
le scole, sen’ ordinò la chiusura : si temeva il teatro e gli scherni
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