Page 527 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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DALLA MODTE DI PlIinO AI.LA lìATTAGLIA DI SELLASIA.
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le povere e oscure città
, restavano esempio solenne del come si
possano ben conciliare libertà e ordine. E ordine e libertà sup-
pongono necessariamente costumi onesti e savie istituzioni; per
cui non ci fa maraviglia quello che
ci racconta Polibio; ' cioè
, Cro-
che, dopo lo scempio dei Pittagorici nella Magna Grecia
tone, Sibari, Caulonia mandarono rteH’Acaia degli ambasciatori
per copiarne le leggi, e adottarono
il governo della medesima.
« Ma dopo la morte d’Alessandro, gli Achei furono cosisti-
D molati gli uni contro
gli altri, specialmente per opera dei re
» di Macedonia, che tutte
le città si separarono per governarsi
» cia.scuna secondo
i propri interessi. Da ciò ne venne che Deme-
»
trio, Cassandro e poi Antigono Gonata mossero delle guarni-
» gioni in alcune di loro, e altre caddero sotto
il dominio di ti-
» ranni. Pare che la più parte di queste tirannie siano state sta-
»
bilite fra i Greci tlaquoirAntigono. Ma verso la 124* olimpiade
» (cioé^ l’anno 284) le citfà dell’Acaia cominciarono a pen-
» tirsi di quell’isolamento e a ritornare alla loro antica unio-
» ne.... Le prime città a riunirsi furono Dima, Patrasso, Tri-
» tea e Fara.... Dopo cinque anni, gli Egiei cacciarono la
» guarnigione forestiera ed entrarono
, nella confederazione.
» Fecero poi lo stesso i Buresi, dopo avere ucciso il loro
i Cerinesi. » *
• » tiranno. Ci entrarono pure nel medesimo tempo
Leonzio , Egira e Pailene completarono la riunione di tutta
l’Acaia. Eran dunque dieci e non più dodici come prima: ma é
perché Alice l’aveva distrutta un tremoto, e Oleno era stata
abbandonata da’ suoi abitanti. La confederazione però restò as-
sai debole finacché Arato non ci fece entrare la potente città di
Sicione; chè dopo d’ allora abbracciò tutto quanto il Pelo-
ponneso. i
Ed ecco come Arato compi quel fatto importante.
,
Inconseguenza d’interne dissensioni, Sicione era caduta
sotto la tirannia d’Abantida. Dopo aver fatto uccider Clinia (che
era uno dei più stimati cittadini, e aveva parte, nel momento
dell’usurpazione, al governo della città) il tiranno aveva tentato
di far soggiacere alla medesima sorte il figliolo di lui. Arato, che
era nella tenera età di sette anni. Ma questo fu salvato e fu ac-
colto ospitalmente in Argo dagli amici di suo padre. Nella città
**
I II, 39
* Polibio, II, 41.
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