Page 77 - IL TASSELLO MANCANTE
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7 – LA DOCCIA FREDDA






            Il  tempo  passava  senza  alcuna  novità.  Nessun  movimento,

            nessun rumore… e nessuna comunicazione dalla pattuglia.
            A  un  certo  punto,  Luigi  decise  che  era  giunto  il  momento  di
            prendere  qualche  iniziativa…  non  ce  la  faceva  davvero  più  a

            reggere quella situazione.
            “Se non mi butto adesso, non mi butterò mai più” pensò.

            Aveva  il  timore  che  dichiararsi  apertamente,  forzando  i  tempi,
            potesse rovinare tutto. Ma a un tratto gli sembrò di aver trovato
            l’idea giusta… una proposta interessante e al tempo stesso non

            troppo impegnativa :
            “Senti Sandra, stavo pensando… E’ un po’ di tempo che noi due

            ci vediamo spesso, per motivi professionali. Ma non ti nascondo
            che  mi  piace  molto  la  tua  compagnia.  Noi  oggi  siamo  qui  e  ne
            avremo ancora fino a sera… è impossibile fare previsioni. Ma che

            ne diresti se domani sera, per distrarci anche un po’, andassimo
            a cena insieme?”

            Lei si voltò lentamente, fissandolo senza parlare.
            “Sai…  potremmo  invitare  anche  la  tua  segretaria.  Non  è  una
            buona  idea?  Potremmo  uscire  in  quattro…  io  porterei  un  mio

            amico e tu una tua amica.” continuò Luigi, sorridendo.
            Sandra lo raggelò. Prima con lo sguardo, poi con le parole:

            “Caro  Luigi,  ti  ho  lodato  cento  volte  per  il  tuo  intuito  e  il  tuo
            fiuto…  Ma  questa  volta  devo  dirti  che  con  me  non  hai  capito
            proprio niente. Francesca non è UNA mia amica… Francesca è

            LA mia amica.”
            Il  buon  Rinaldi  rimane  con  la  bocca  spalancata,  con  la  stessa

            espressione di un pesce bollito…
            “Tu…  lei…  Quindi  è  la  tua  compagna…  la  tua  convivente…
            scusa, non ci avrei mai pensato. Una donna come te…”

            “Una donna come me?... Mi sembra di sentir parlare mio padre.
            Insegnante di Liceo, mentalità aperta, progressista… Ma quando



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