Page 79 - IL TASSELLO MANCANTE
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volevo, davvero. Io non trovavo il coraggio di dichiararmi, ma mi
stavo davvero innamorando sempre di più… ormai posso
confessartelo, sognavo una vita con te… un figlio con te… anzi,
una figlia… Mi sembrava già di vederla crescere… che bimba
stupenda sarebbe diventata, con una madre così bella.”
Dopo queste parole, calò il silenzio, rotto soltanto dai sommessi
singhiozzi di Sandra.
Nessuno disse più una parola per oltre dieci minuti. E mentre
Luigi rifletteva su come fosse già finita una relazione mai
iniziata, Sandra, con il fazzoletto in mano, si asciugava le
lacrime, con lo sguardo fisso davanti a sé.
Lui ogni tanto la guardava di sfuggita… gli sembrava ancora più
bella. Quelle lacrime che scendevano sul suo viso risvegliavano
in lui una tenerezza che il suo mestiere da ‘duro’ aveva
cancellato da tempo dalla sua vita.
“Perché piangi?”
“Non volevo che lo sapesse nessuno. E’ tutta la vita che vengo
giudicata… adesso basta. La gente che ci vede insieme non
sospetta di niente… lavoriamo nello stesso Studio e abita da me
perché ho una casa grande e spaziosa… lei non è del posto… era
costretta a prendere il treno tutti i giorni per venire al lavoro e io
le ho offerto ospitalità… tutti ne sono convinti. Avevamo deciso
che nessuno dovesse sapere della nostra relazione… abbiamo
confinato il nostro amore tra le mura di casa, libere di esprimerlo
liberamente solo in vacanza, lontano da qui. Non voglio vedermi
ancora circondata da sorrisini o subire diffidenze sul lavoro… Ma
adesso tu lo sai…”
“Questa storia non uscirà mai dalla mia bocca, te lo giuro. Mai.
Con me il tuo segreto è al sicuro… puoi esserne certa. Parola
d’onore… Asciugati le lacrime, ti prego.”
Lei alzò il viso e lo guardò negli occhi:
“Sì… grazie. Mi fido. Mi fido davvero. E’ bello avere un amico
vero… non ne ho mai avuto uno.” disse, prendendo la sua mano
tra le sue.
Ritornò il silenzio, ma questa volta in un clima più disteso e
sereno.
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