Page 78 - IL TASSELLO MANCANTE
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si  accorse  delle  mie  tendenze,  ai  tempi  delle  medie,  si

            trasformò… Lui e mia madre mi trovarono ‘sbagliata’ e decisero
            di  correggermi,  come  un  compito  in  classe  mal  riuscito.
            Lasciammo Roma, dove ho perso tutti i miei amici, per venire a

            vivere  qui,  a  500  chilometri  di  distanza,  dove  nessuno  mi
            conosceva…  E  qui  hanno  iniziato  a  impormi  la  loro  cura.  Mi

            hanno  obbligata  a  frequentare  giovani  di  buona  famiglia,  con
            ottima  posizione  sociale  e  grandi  doti  morali…  Peccato  che  in
            realtà  il  loro  interesse  si  fermasse  alle  mie  apparenze  fisiche.

            Forse cercavano di conquistarmi per usarmi come un trofeo, da
            sbandierare  in  faccia  agli  amici…  Io  ho  tentato  inutilmente  di

            esprimere il mio stato d’animo ai miei genitori, ma non è servito.
            La  cosa  che  più  contava  per  loro  erano  ‘gli  altri’  e  il  loro
            giudizio…  bisognava  salvare  le  apparenze.  Sono  arrivati  a

            tentare di impormi le nozze con un ragazzo del posto, figlio di un
            noto Primario, naturalmente anch’esso di buona famiglia… e ad

            abbandonare i miei sogni.
            E allora li ho chiusi fuori dalla mia vita… Ho abbandonato tutto
            e  tutti  e  per  la  prima  volta  da  quando  sono  nata  ho  preso  in

            mano il mio destino. Ero in crisi, ma mi sono salvata buttandomi
            a  capofitto  negli  studi.  Ho  discusso  la  tesi  di  Laurea  con

            l’avvocato  Chiappori,  una  persona  splendida  che  mi  ha  preso a
            ben volere e mi ha fatto entrare nel suo Studio. Poi per fortuna
            ho conosciuto Francesca… bella, sensibile, intelligente... è stato

            un  colpo  di  fulmine...  ci  prendiamo  per  quello  che  siamo.  E  da
            allora  conviviamo  felici.  Non  ci  serve  niente,  non  ci  serve

            nessuno. Ecco… adesso sai tutto… soddisfatto?”
            Il  commissario  rimase  letteralmente  senza  parole.  Era  la
            seconda volta nella sua vita che prendeva uno schiaffo così forte

            da una donna…
            “Scusami  tanto…  è  vero.  Non  ho  capito  niente,  proprio  niente.

            Ho ragionato come un maschio, nel senso peggiore del termine…
            uno come tuo padre, che credeva di volerti bene e ha rischiato di
            rovinarti  la  vita.  Io  non  so  come  scusarmi,  davvero.  Ti  ho

            mancato di  rispetto… ti ho costretta a rivelarmi cose della tua
            vita privata che avevi il diritto di tenere per te... Ti giuro, non



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