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CHIUNQUE VOTIATE GOVERNANO I BANCHIERI
Se il voto di questa finta democrazia contasse, state pur certi che non ci lascerebbero
votare…..
« la moneta, in quanto moneta e non in quanto merce, è voluta non per il suo valore
intrinseco, ma per le cose che consente di acquistare. »
Che cosa è il valore nominale di una moneta?
Per valore nominale di ciascuna moneta si intende quello segnato sulla moneta stessa.
è indispensabile nelle economie moderne disporre di mezzi di pagamento nella
quantità necessaria a regolare flussi di scambi sempre maggiori.
Questo implica per le autorità monetarie la libertà di emettere moneta nella quantità
che esse ritengono adeguata ad un buon funzionamento del sistema dei pagamenti.
La moneta non viene emessa a fronte di riserve di oro detenute dalla banca centrale,
come avveniva in passato, né quindi può essere ceduta alla banca emittente in cambio
di oro o di un altro bene.
La circolazione della moneta e quindi il riconoscimento del suo valore nominale
dipendono solo ed esclusivamente dalla fiducia che chi riceve in pagamento una certa
quantità di denaro ha di poter cedere a sua volta tale denaro ad altri soggetti in
cambio di altri beni e servizi. Questo "meccanismo fiduciario" garantisce che il valore
nominale sia anche il valore reale della moneta.
In sintesi, le monete cartacee oggi usate (totalmente svincolate dalle quantità di
metalli preziosi) hanno valore in quanto mezzo di pagamento stabile riconosciuto
nell'economia di un certo paese.
La stabilità è garantita dal controllo sull'emissione da parte delle banche centrali (la
crescita dell'offerta di moneta deve essere infatti in linea con la crescita
dell'economia, altrimenti eventuali eccessi si riproducono nel lungo periodo come
inflazione).
Il riconoscimento come mezzo di pagamento è garantito dalla legge.
Infine il potere d'acquisto stabile e giuridicamente riconosciuto della moneta è
rilevante solo in quanto può essere rivolto a beni e a prodotti finanziari desiderati, che
sono prodotti e offerti dal paese in cui circola quella moneta.
In pratica, nessuno di noi accetterebbe un "pezzo di carta" in cambio di un bene, se
quel pezzo di carta non ci consentisse di acquistare altri beni, se esso perdesse il suo
valore nell'intervallo di tempo in cui lo deteniamo prima di scambiarlo con un altro
bene, se esso attribuisse un potere d'acquisto puramente formale in un'economia di
fatto improduttiva e inesistente.
L’introduzione della moneta come ‘bene’ prevede che, come ogni altro bene, lo stesso
possa essere ceduto, prestato o venduto. Il prestito non è nient’altro che la vendita
della propria capacità di acquisto attuale in cambio di un aumento previsto della
capacità di acquisto futura grazie al meccanismo del tasso di interesse; equivale a una
cessione di quantità di moneta oggi in cambio di maggiore moneta domani.
Concetto, questo del prestito, che ha da sempre ricevuto molte critiche dai grandi
pensatori del passato, e anche dalle dottrine delle grandi religioni.
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