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Chi segue le tesi avanzate dal Progetto sa che uno dei punti fondamentali risiede nel
principio di Rinascita, ovvero quel momento storico subito successivo alla fine del
periodo glaciale di Wurm, all’incirca
11.000 anni fa, durante il quale i superstiti di quell’antica civiltà madre procedono
con il restart delle prime società umane storiche conosciute.
E’ allora possibile che tra gli insegnamenti forniti, specialmente quelli relativi alla
costituzione di un modello socio-economico sostenibile, ci fosse il concetto della
“moneta merce”, tipico appunto, delle civiltà coinvolte nella Rinascita (Sumeri, Egizi,
Babilonesi, e le prime civiltà mesoamericane e della valle dell’Indo).
Altrettanto tra questi insegnamenti vi erano impliciti i rischi di lungo periodo collegati
all’utilizzo di moneta a valore nominale (quella odierna tanto per intenderci),
conoscenze che, tramandate nei millenni, giungono fino ai giorni nostri diventando
strumento principale del NWO per il dominio del mondo…
… e rappresentando infine uno dei più grandi inganni perpetrato all’umanità intera.
“L’Oro: il metallo degli Dei” avevamo presentato una ipotesi in chiave
paleoastronautica nel tentativo di comprendere e spiegare il motivo per il quale l’oro
ha rappresentato per l’uomo del passato un elemento così prezioso. Un metallo da
sempre associato alla sfera divina, ritenuto persino magico in talune culture,
diventato in brevissimo tempo sinonimo di ricchezza e soprattutto di potere.
Citando il suddetto articolo: “… L'utilizzo di oro a scopi ornamentali viene
menzionato nei testi egizi già fino dal faraone Den, della I dinastia, 5000 anni fa.
L'Egitto e la Nubia avevano infatti risorse tali da renderli i maggiori produttori d'oro
rispetto alla maggior parte delle civiltà della storia antica. L’oro, specialmente nel
periodo di formazione dello stato egizio, ebbe sia un ruolo politico che economico: fu
infatti uno degli elementi all’origine della divinizzazione del faraone e della nascita
delle città…”
E’ pur vero che osservando le potenziali applicazioni del prezioso metallo ci si rende
facilmente conto che l'oro risulta essere certamente più funzionale a una civiltà dotata
di un livello tecnologico simile al nostro. Si pensi banalmente alle applicazioni
nell’industria elettronica o nella ingegneria astronautica. Un livello tecnologico che,
osservando i retaggi di una perduta civiltà antidiluviana, non si esclude possa aver
caratterizzato un segmento storico dimenticato dalla scienza tradizionale.
D’altronde interpretando gli antichi testi, in primis i miti sumeri, secondo una delle
più note chiavi di lettura controcorrente, sembrerebbe che il genere umano venga
creato dagli “antichi dei” (anche chiamati Anunnaki), proprio come forza lavoro
destinata all’estrazione dell’oro, metallo fondamentale per la tecnologia di questi
soggetti.
E sono sempre questi soggetti, come sostenuto nella nostra opera “Genesi di un
Enigma”, a sancire un patto con gli uomini dopo il Diluvio Universale, evento che
ormai anche la scienza associa alla conclusione del periodo glaciale di Wurm circa
12.000 anni fa, seppur ovviamente con i necessari distinguo. Un patto di concessione
durante il quale la sovranità sul pianeta viene concessa all’Uomo, in attesa del
ritorno degli “Antichi dei” e del conseguente “Giudizio”.
Ma cosa prevedeva questo patto? Forse che l’oro, considerata la preziosità dello
stesso per i nostri Anunnaki aveva una qualche implicazione negli sconosciuti
parametri di questo presunto patto? Forse che la funzione originale della nostra
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