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Chiesa medievale nei confronti del tasso di interesse fosse essenzialmente assurdo e
che fu infatti la violazione di tale divieto da parte del sistema economico, che
comportava la scomunica per gli esseri umani e l'interdetto per le città che la
consentivano, a gettare le basi di quel capitalismo che F. Braudel definì come la
riforma più originale dell'Europa cristiana.
Ovviamente tutto quanto sopra descritto può esistere solo in presenza di una moneta
come mezzo di scambio tra le parti. E qui arriviamo, dal mio punto di vista, al grande
inganno storico che ci è stato tramandato nel corso dei millenni: la moneta.
Non mi dilungherò qui nella descrizione della complessa storia della moneta dalla sua
nascita ai giorni nostri. Mi basta concentrare l’attenzione sul fatto che la tradizione
vuole che la moneta sia stata coniata per la prima volta da Creso, re di Lidia, nel VII
secolo a.C. Nel secolo successivo l'uso di coniare monete si è diffuso nell'Impero
Persiano e nelle città greche. Quindi, attraverso i Greci, l'uso della moneta è stato
introdotto nel Mediterraneo Occidentale. Infine al tempo di Alessandro Magno si è
diffuso anche in India.
Questo rappresenta già un punto fondamentale in quanto significa che le grandi
civiltà antiche, a tratti misteriose, che tanto ci affascinano e che hanno costruito
imperi secolari e sviluppato culture raffinate praticamente partendo dal nulla non
conoscevano l’uso della moneta! O meglio non di quella “a valore nominale”.
I Sumeri, i Babilonesi, Egizi, le prime civiltà mesoamericane, non avevano monete e/o
sistemi economico-finanziari paragonabili a quello odierno e, non avendo moneta,
non potevano sfruttare il meccanismo del prestito a interessi. Inoltre in assenza di
moneta è quasi impossibile il risparmio. Chi produce un bene deve consumarlo o
venderlo prima che deperisca (si pensi ai generi alimentari) e solo una piccola parte
dei beni può essere conservata e consumata in futuro.
Certamente le economie di questi popoli utilizzavano altri strumenti per realizzare le
transazioni economiche, ma qui sta il bello, in quanto stiamo parlando di “moneta
merce”, una moneta fisica, e non teorica, (ossidiana, riso in Cina, metalli preziosi,
conchiglie, …).
La moneta merce è per sua natura impossibile da produrre dal nulla come invece
accade oggi attraverso i noti strumenti del sistema bancario-finanziario come il
signoraggio, i derivati e la leva finanziaria, utili nel lungo periodo a produrre una
ricchezza esclusivamente ‘virtuale’ e consentire l’accumulo di quella reale nelle mani
di pochi .
Ma se in passato le società umane hanno costruito grandi imperi facendo solo ricorso
alla “moneta merce” perché noi oggi non possiamo più fare altrettanto?
E perché tutti i grandi filosofi, almeno fino all’avvento del capitalismo, hanno quasi
avvertito del pericolo latente nel concetto del prestito, usura, come lo chiamavano
loro?
Le ricerche del Progetto Atlanticus portano a una conclusione certamente azzardata,
ma estremamente affascinante, almeno dal mio punto di vista.
Ovvero che il sistema economico in vigore durante l’età dell’oro (che mito non è
almeno per il Progetto Atlanticus) si basava su scambi economici completamente
diversi da quelli attuali, fondati su ben altri principi e, quasi certamente istituiti su
uno strumento di “moneta merce”.
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