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persero completamente le tracce, forse perché, come ricorda il Corano, subì la stessa
               punizione della tribù dei Banu ‘Ad, una stirpe araba vissuta durante il periodo pre
               islamico che osò sfidare Allah innalzando alti edifici in pietra e che per questo venne
               punita prima con  un tremenda  siccità, poi da  una violenta pioggia seguita  da  un
               fortissimo vento che distrusse tutti i loro edifici.
               Le rovine della Città delle Mille Colonne si troverebbero ancora sotto le sabbie del
               deserto, dimenticate anche dal tempo. Questa storia rimase una delle tante tradizioni
               orali raccontate intorno al fuoco, almeno fino a quando non giunse in Occidente in
               seguito alla traduzione del famoso “Le mille e una notte”.
               Durante il II secolo d.C., Claudio Tolomeo, astronomo e geografo greco, disegnò la
               mappa  di una misteriosa  regione  che, a suo dire,  era  abitata  da un altrettanto
               enigmatico  popolo, gli  Ubariti, ovvero  gli antichi  abitanti di  Ubar. In tempi  più
               recenti il tenente colonnello  Thomas Edward  Lawrence, meglio conosciuto ai più
               come Lawrence d’Arabia, mostrò spesso un notevole interesse per questa città, che lui
               stesso definiva come l’Atlantide  delle Sabbie. Forse spinto  anche da questo
               interessamento, un gruppo di ricercatori si affidò nel 1980 ai satelliti della NASA nel
               tentativo di ritrovare la Città delle Mille Colonne; una possibile collocazione venne
               individuata nella provincia di Dhofar, in Oman.
               La città di Iram compare nei testi apocrifi coranici e in vari commentari di grandi
               saggi musulmani. Vengono chiamati "Qishash al-anbiya" (storie dei profeti) e, a
               differenza  di quanto  avviene  nel  mondo  cristiano, sono  ritenuti  credibili  e  rilevanti
               dall'esegesi e dalla storiografia musulmana. Le storie dei profeti, secondo quanto ha
               scritto al-Tarafi stesso, che raccolse molto materiale nell'anno Mille, "sono, assieme
               agli  avvenimenti,  alle  loro  parole  e  ai  loro  atti,  quanto  di  meglio  può  essere
               raccontato e riassunto. Ho così deciso di raccogliere le storie di chi è menzionato nel
               Corano, da quanto di  più genuino  hanno riferito  trasmettitori  e  persone degne di
               fiducia". I personaggi su cui al-Tarafi si è soffermato furono grossomodo patriarchi,
               profeti e figure di rilievo della tradizione giudaica e cristiana, da Adamo a Gesù, con
               qualche presenza esclusivamente musulmana, come Salih e Hud. E proprio
               quest'ultimo potrebbe avere particolare rilevanza per gli ufologi, per una narrazione
               nota come la "Storia di Hud".
               Di Hud al-Tarafi ci racconta che "fu il primo a parlare arabo" e che ebbe quattro figli
               "da cui ebbero origine gli arabi"; da uno di essi, Faligh, nacquero gli yemeniti. E
               nello Yemen, nella città di Iram "dalle alte colonne", vivevano Hud ed i quattro suoi
               figli. I figli di Hud  erano formidabili costruttori  di città; al-Tarafi riferisce che
               edificarono anche Gabalqa, ad oriente, e Gabarsa, ad occidente. Per avere una vaga
               idea  di  quanto fossero imponenti le loro  città, lo scrittore ci  dice che entrambe
               avevano "mille porte rispettivamente e la distanza tra porta e porta era di una
               parasanga (6,4 km)". Gli abitanti di queste due città discendono da Narish ibn Yafith
               ed erano più numerosi della gente di Gog e Magog (due giganti biblici) e "nove volte
               di più degli abitanti del mondo, ma Dio Grande e Potente ne sa di più".
               Le storie di Al-Tarafi ispirarono il romanziere horror H.P.Lovecraft. Certamente
               ricorderete come questi abbia creato, all'inizio del secolo, una mitologia aliena basata
               sull'idea che divinità mostruose extraterrestri, i Grandi Anziani, visitarono la Terra
               nella notte dei tempi e lasciarono sul nostro pianeta tracce del loro passaggio nelle
               loro abominevoli città. Lovecraft sosteneva che fosse possibile richiamare  i



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