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TECNICA























       Rulli di pellicola a confronto: i valori espressi in millimetri rappresentano   Inconfondibile come pochi altri prodotti industriali, il rullino di pellicola del
       la larghezza della pellicola. Tutte queste soluzioni prevedono un secondo   formato 135 rappresenta per tutti la fotografia 24x36mm, passando indenne
       rocchetto ricevente, al quale agganciare e avvolgere la pellicola man mano che   dalle fotocamere meccaniche degli anni Cinquanta alla superelettroniche e
       si espongono i fotogrammi. Quindi, a differenza del rullino 135, non occorre il   motorizzate degli ultimi anni Novanta. Ha ospitato pellicole sempre più raffinate
       riavvolgimento nel caricatore di partenza.            e sensibili, aggiungendo soltanto la codifica DX per l’impostazione automatica
                                                             del valore ISO nella fotocamera. Tutti i tentativi di soluzioni alternative sono
                                                             miseramente falliti.



       Tutto ciò rientra sotto la vaga denomina-  mento e basculaggio per controllare la   1899, nel 1901 e nel 1912 e arrivate fra
       zione di “grande formato”, che corrispon-  prospettiva e il piano di fuoco.  alterne vicende fino ai giorni nostri.
       de a quell’ampia famiglia di fotocamere   Varianti relativamente più piccole, an-  Tutti questi rulli di pellicola hanno in co-
       a cassetta realizzate perlopiù in legno e   che nel formato, ma realizzate solita-  mune l’esigenza di un secondo rocchet-
       ai banchi ottici che ne sono derivati per   mente in metallo e con maggiore preci-  to ricevente, attorno al quale avvolgere
       la fotografia di architettura e nello stu-  sione, sono dette “technical camera”. In   la pellicola esposta.
       dio.                                italiano sarebbe “fotocamere tecniche”,   La possibilità di sfruttare diversi formati
       Alcuni formati di lastre fotografiche in   ma spesso anche queste sono definite   del fotogramma nell’ambito della stes-
       vetro passarono alla celluloide, nono-  genericamente banchi ottici per sottoli-  sa pellicola è stata ampiamente sfrutta-
       stante le resistenze da parte dei profes-  neare la presenza dei movimenti di de-  ta, in particolare col formato Kodak 120.
       sionisti che non gradivano la scarsa pla-  centramento e basculaggio. Queste fo-  Da questi rulli si sono ricavati formati di
       neità del supporto flessibile, più eviden-  tocamere utilizzano pellicole in lastra da   6x4,5cm, 6x6cm, 6x7cm, 6x8cm e 6x9cm
       te e problematica con l’aumentare del   4x5 pollici o in rullo di formato 120 (lar-  per l’uso generale, arrivando poi a for-
       formato. Rigida o flessibile che fosse, il   ghezza 6cm).               mati panoramici da 6x12cm (Linhof, Hor-
       termine lastra passò così più che altro a   Per sfruttare i movimenti evitando i con-  seman) a 6x17cm (Linhof).
       distinguere la ripresa effettuata sul sin-  seguenti fenomeni di vignettatura, in   Una volta definita la larghezza e la lun-
       golo fotogramma da quella “dozzinale”   tutti questi apparecchi è indispensabile   ghezza di un certo tipo di pellicola in
       su rullo, da alcuni considerata non del   che l’obiettivo in uso abbia una copertu-  rullo, il numero dei fotogrammi dipen-
       tutto professionale. Invece nella lingua   ra ampiamente superiore alla superficie   derà dalla loro lunghezza. Ad esempio,
       inglese è stata mantenuta la distinzio-  del fotogramma, con una buona omoge-  da un rullo di formato 120 si ricavano 12
       ne fra “plate” (lastra) e “sheet” (foglio) in   neità nella distribuzione della luce.  foto da 6x6cm, 10 da 6x7cm, oppure 8
       base al fatto che il supporto sia rigido o   Tutti i formati su pellicola in rullo supe-  da 6x9cm.
       flessibile.                         riore ai 35mm di larghezza (rullino Ko-  Il fotogramma 6x6 era molto diffuso in
       Dalle semplici fotocamere degli albori si   dak 135) e inferiori alle lastre sono de-  Europa (Rolleiflex, Hasselblad, Kiev, Pen-
       sono sviluppate quelle che in inglese si   finiti “medio formato”, perlopiù ricondu-  tacon), mentre i giapponesi preferivano
       definiscono “view camera” e in italiano   cibile alla pellicola Kodak 120 e talvolta   spesso i formati rettangolari 6x4,5 e 6x7
       “banchi ottici”, apparecchi di grande for-  220; quest’ultima è uguale alla 120, sal-  (Mamiya, Pentax, Zenza Bronica) oppure
       mato nei quali la messa a fuoco dell’im-  vo che raddoppia la lunghezza (e quindi   6x9 (Fuji).
       magine capovolta viene verificata su un   il numero dei fotogrammi).    Dal formato 127 si ricavarono perlopiù
       vetro smerigliato, che per lo scatto sarà                               fotogrammi da 4x3cm, 4x4cm e 4x6cm.
       sostituito da uno chassis porta-lastra.   Tanti formati da un solo rullo  Tutte queste sono però misure nomina-
       La piastra porta-ottica e il vetro sme-  Tra le pellicole in rullo di maggiore diffu-  li, che ipotizzano l’uso totale della pel-
       rigliato (o lo chassis) sono alloggiati   sione si segnalano quelle di larghezza 70   licola, mentre in realtà si lascia sempre
       in supporti detti standarte (dall’ingle-  millimetri (Kodak 116), 60 millimetri (Ko-  un minimo di bordo e di separazione tra
       se standard) che si muovono su rotaie   dak 120, 620 e 220) e 46 millimetri (Ko-  i fotogrammi, per cui ad esempio il 6x6
       e consentono i movimenti di decentra-  dak 127), introdotte rispettivamente nel   ha una superficie utile effettiva di circa


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