Page 134 - LA SICILIA - Cesare Ferrara
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Non so se ci avete fatto caso, ma un catanese non si siede, ma
“s’assetta” Il verbo sedere nel nostro dialetto viene tradotto
in “assittarisi”. In questo abbiamo preferito fare nostro il ter-
mine inglese (to sit), forse molto più elegante di altre allocuzi-
oni. Forse il termine “sedere” , che fra l’altro è anche indicato
per indicare il lato B di una persona, è sembrato troppo …
volgare!
Vi hanno mai dato del “Babbasuni”? Se sì, non offendetevi;
vi hanno semplicemente detto in tono scherzoso che siete un
ingenuo, poiché questa parola trae origine dall’arabo” ba-
bago”, che ciò significa.
Con l’avvento dei nostri emigranti nell’America del Nord,
ossia negli Stati Uniti, il nostro dialetto si è arricchito di altri
termini italo-amircani, quali, ad esempio, “businessu” (affare
v a n t a g g i o s o ” ) , r i c h m m e n n u ( u o m o r i c c o ) ,
“jobba” (lavoro), “mistressa” (padrona di
casa), ganghisteri (gangster).
Una tendenza caratteristica di noi siciliani è quella di appiop-
pare alle persone il cosiddetto “péccuru”, ossia un nomi-
gnolo che stigmatizza una pecca, un difetto, un pregio o
comunque un qualcosa che ci dà un suo quadro espressivo
tale da individuarlo meglio che con il nome. Ebbene a tale
tendenza nei confronti delle persone, non sfuggono nemmeno
le cose ed al punto tale che alcuni oggetti hanno assunto defi-
nitivamente come nome tali caratteristiche.
Una volta era uso nei teatrini di periferia ed anche poi nei cin-
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