Page 16 - LA SICILIA - Cesare Ferrara
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nel 1931.
Una nuova inversione di tendenza portava alla quota di
4.721.000 ab. nel 1961. La crescita demografica degli anni
1950 e 1960 è da ascrivere al ‘boom economico’ dell’intero
paese piuttosto che alla politica delle provvidenze statali per
l’industrializzazione in S. e alla scoperta del petrolio a Gela
e Ragusa, cui pure seguì l’affermazione dell’industria petrol-
chimica.
Il tradizionale andamento positivo dei processi demografici,
rallentato fra i censimenti del 1981 e 1991, ha registrato una
ripresa a partire dai primi anni 1990, dovuta soprattutto a una
inversione di tendenza dei flussi migratori: per un verso si è
progressivamente ridotta l’emigrazione, e per l’altro la S. è
divenuta regione di immigrazione.
La prima meta è stata Mazara del Vallo, dove immigrati
provenienti da Algeria, Tunisia e Marocco, dagli anni 1970,
hanno trovato collocazione lavorativa – seppure precaria –
nelle attività pescherecce. Mentre è proseguita l’immigrazione
da quei paesi, si sono aggiunti altri corposi contingenti
provenienti da Eritrea, Senegal, Maurizio, Filippine, Albania e
Turchia e paesi dell’Est europeo.
Permangono caratteri di netta diversificazione delle condizi-
oni locali, evidenti nella peculiarità e nella modesta articolazi-
one dell’armatura urbana: quest’ultima, tradizionalmente
strutturata secondo una gerarchia che ha visto confermarsi i
poli principali nelle aree costiere e le strutture insediative ed
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