Page 69 - LA SICILIA - Cesare Ferrara
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In assoluto contrasto con la Sardegna e con l'Italia meridion-
ale, i dialetti siculi danno l'impressione di una grande uni-
formità. Tolte alcune piccole divergenze fonetiche locali, vige
nell'isola, un dialetto unitario. Le differenze che si possono
riscontrare nel lessico derivano quasi esclusivamente dalla
maggiore o minore presenza di relitti arabi e greci. Il lessico
latino presenta in tutta l'isola tale uniformità quale di rado e
dato di constatare nel resto d'Italia.
La romanità della Sicilia non ha le sue origini nel latino im-
portato nell'isola dai romani, ma deve essere piuttosto il risul-
tato di una nuova romanizzazione compiutasi gradatamente,
solo dopo il crollo della dominazione araba.
In Sicilia non si è sempre parlato e non si parla tuttavia, unica-
mente ed esclusivamente il siciliano. Già nell'antichità greco-
romana i siciliani parlavano correttamente tre lingue: il greco,
il latino e il punico e fino all'età di Augusto le monete sicil-
iane avevano iscrizioni in greco.
Sotto i romani e gli svevi l'isola divenne altresì paese di colo-
nizzazione: si giustificano così le isole linguistiche, come Ai-
done, Nicosia, Piazza Armerina che conservano il loro
dialetto gallo-italico o quelle che conservano forti tracce di
linguaggio settentrionale come Bronte e Randazzo, dovuto
alle immigrazioni di notevoli masse di persone che dall'Italia
settentrionale si spostarono in Sicilia nell'undicesimo-
tredicesimo secolo,sia come soldati con le loro famiglie, sia
come coloni, che desideravano abbandonare le terre del Nord
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