Page 71 - LA SICILIA - Cesare Ferrara
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da "favarah"; giarra (Giara) da "giarrah" ; e tanti altri.
Numerosi sono gli influssi castigliano-catalani del periodo
aragonese e spagnolo. Per influsso catalano si ha il siciliano
abbuccari per versare, attrassari per attardarsi, accanzari per
conseguire, e tanti altri potrebbero elencarsene. L'influsso cas-
tigliano da truppicari per inciampare, scupetta per fucile, tac-
cia per bulletta ecc..
Quanto agli influssi più recenti, i mercenari tedeschi delle
truppe spagnole e borboniche che inperversarono in Sicilia dal
sedicesimo al diciannovesimo secolo, hanno lasciato la lora
tipica negazione nixi (da "nichts").
Il francese moderno ha dato al linguaggio siciliano lammuarru
per armadio, buffetta per tavolino, tabbaré per vassoio,
tirabusciò per cavatappi, tutti termini legati al confort della
società abbiente, dal Settecento in poi.
Gli inglesi hanno lasciato un ricordo della loro permanenza in
Sicilia nel periodo napoleonico, influenzando anche la for-
mazione del superlativo degli aggettivi (in sicilia bellissimo si
dice è veru bellu); fino ad arrivare ai recentissimi influssi
americani come giobba per posto di lavoro, importati dai sicil-
iani emigrati e poi tornati in patria.
Le stratificazioni linguistiche del dialetto siciliano fanno fede
della travagliata storia del popolo che l'ha parlato attraverso i
secoli e che lo ha innalzato a dignità di lingua. La validità del
linguaggio siciliano attraverso i secoli, apparirà ancor più
chiaramente, se si pensa che esso, lungo il quattordicesimo
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