Page 124 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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fiutava anche solo di pensare che potesse essere capitato qual-
                cosa di brutto, ad Anna. Eppure…
                Faceva freddo, fuori. C’era umidità. L’accesso posteriore del

                locale  biancheria,  era  in  mezzo  agli  alberi.  Sapeva  dove  si
                trovava il pulsante per alzare la saracinesca. Non c’era nes-
                suno, sulla strada. «Meno male che c’è un po’ di luna», pensò.
                Era molto più di metà. Era bianca, intensa.

                Era  una  presenza  affettuosa,  rassicurante.  Passata  la  curva,
                ebbe la sensazione che qualcosa si muovesse, dietro la siepe
                che costeggiava la strada. Forse era proprio un gatto. «Forse
                mi sto suggestionando…».

                Mancava  qualche  metro.  Avrebbe  trovato  la  saracinesca,
                avrebbe aperto. E invece no. Vide che lo aveva già fatto qual-
                cuno. Si sporse all’interno. Era tutto buio.

                «La torcia – ricordò – la torcia». La sorella gliene aveva rega-
                lata una piccola, ma potente, di quelle che si indossano sulla
                testa,  grazie  ad  una  fascia  elastica.  La  teneva  sempre  nella

                borsa. Consentiva di avere le mani libere.

                La indossò, la accese. E la vide. Vide Anna. E urlò. Urlò con
                tanta  forza,  da  richiamare  una  pattuglia  che  viaggiava  nella
                strada  sotto,  per  controllare  che  tutti  stessero  a  casa.
                Sentì  la  frenata.  Li  sentì  arrivare.  Non  era  in  grado  di
                muoversi, non riusciva a parlare. La torcia illuminava il corpo
                di  Anna, abbandonato  contro la porta. Era lei, a bloccare la




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