Page 122 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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Anna non era ancora tornata. Erano passati alcuni minuti. Non
                si preoccupò, perché era una collega premurosa. Senz’altro si
                era fermata ad accontentare qualche paziente.

                «Vado a cercarla, magari le do una mano…».
                Nelle    prime    stanze,    stavano    tutti   dormendo.

                Anna non era lì.
                Camminò fino in fondo al corridoio. Non c’era nessuno. In-
                tanto, dall’altra parte del reparto, erano arrivate le due colle-

                ghe del cambio.
                «Forse  –  pensò  –  Anna  era  accucciata  accanto  ad  un  letto,

                forse  non  l’ho  vista».  Più  camminava,  meno  capiva  dove
                fosse. Oltre alle camere, c’erano soltanto un paio di stanze di
                servizio, una per le scope ed i detersivi, l’altra per i cambi di
                biancheria, quelli dei letti. Non altro.

                Le due colleghe le erano andate incontro. «Ancora qui? Riesci
                ancora a stare in piedi?».

                Il  peso  dei  dispositivi  di  protezione  era  perfino  difficile  da
                descrivere.  Lasciavano profondi  segni  sulla pelle, appesanti-
                vano i passi. «Non vedo l’ora di andare – disse, cercando di
                sorridere – è stata una giornata infinita. Sto aspettando Anna,
                doveva finire il giro, ma non la trovo».

                Le colleghe le dissero di prepararsi, che l’avrebbero scovata
                loro. «Siamo più lucide e più fresche – sorrisero – dai, si vede

                dagli occhi, che non ce la fai più…».


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