Page 117 - Il Decamerone Moderno Vol. II
P. 117
Nessuna pieta’
«Nessuna pietà».
Sotto la notizia di un nuovo caso di positività al virus, data da
una pagina online, qualcuno aveva digitato quelle due parole.
Si erano scagliati tutti contro un ragazzo, che pure si era
messo in isolamento volontario, perché era tornato a casa,
dopo un periodo di lavoro in una città più grande. Federica
non amava i social.
Cercava di non guardarli. Solo che la collega, Anna, l’altra
infermiera del turno, aveva lasciato quella pagina aperta, dopo
aver appoggiato il telefonino sul tavolo, proprio per parlarne
con lei.
«Hai letto, eh?», aveva detto, ad alta voce.
Federica non riusciva ad abituarsi alla violenza che la gente
rovesciava sugli altri, nascosta dietro una tastiera.
A scrivere quelle due parole, così feroci, era stato un altro
uomo, ancora giovane, che aveva come immagine del profilo i
volti sorridenti di due bambini. Nessuna pietà.
Suonava come una sorta di anatema, come una minaccia,
quasi come un augurio di morte.
«Come se fosse colpa sua, essere positivo…».
La collega, Anna, era sconcertata. In quel reparto i positivi
entravano ed uscivano di continuo. C’era chi si curava a casa,
117