Page 118 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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c’era chi guariva del tutto in tempi abbastanza brevi. L’atten-
                zione  del  mondo,  però,  si  concentrava  sulle  vittime.  E  non
                c’era «pietà» nei confronti di chi veniva considerato come una
                possibile fonte di contagio.
                «Tutti a dire che andrà bene, che usciremo cambiati, in me-
                glio, e che noi siamo eroi. Sì. E poi? Poi ti accorgi che non è
                cambiato  niente,  che  siamo  sempre  quelli  di  prima,  cattivi,
                feroci,  pronti  a  far  del  male  a  chiunque  metta  in  bilico  la

                nostra tranquillità, il nostro benessere».

                Nessuna pietà.
                «Se facessero i tamponi a tutti – rispose Federica – verrebbe
                fuori  un  numero  di  positivi  altissimo.  Forse  perfino  chi  ha

                scritto quelle parole, lo è. Semplicemente non lo sa. Eppure si
                sente in diritto di aggredire gli altri. È tutto talmente impres-
                sionante, talmente brutale…».

                Su quella pagina online, che rilanciava come notizie anche dei
                fatti  improbabili,  inventati,  c’era  anche  un  richiamo  alla
                tragica  uccisione  di  una  donna,  da  parte  del  compagno.  Era
                una morte che aveva a che fare con la quarantena. Erano stati
                insieme per tanti anni. E anche se la relazione ormai era con-
                clusa,  almeno  per  lei,  la  donna  aveva  concesso  all’uomo  di

                rimanere in casa sua, perché era bloccato lì a causa del virus.
                Federica aveva sentito di quella tragedia. Era rimasta colpita

                dalla  solita  «giustificazione»  data  dall’omicida,  che  l’aveva
                freddata  mentre  dormiva,  aggiungendo  viltà  alla  violenza.


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