Page 123 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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Era stanca. Era turbata. Tutta quella gente che stava male, tutti
quegli sguardi appannati, tutta quella paura. A passo lento,
Fede si avviò a riprendere le sue cose. E camminando, sentì
qualcosa come un miagolio. Si fermò. Non sentì più nulla.
Fece per proseguire, quando avvertì un senso di freddo. Ebbe
la sensazione di avere accanto la morte. La morte, sì. Non
quella che respirava quotidianamente, stando accanto ai
pazienti. No. Era qualcosa di diverso. Era come una presenza
invisibile, qualcosa che non aveva mai avvertito in vita sua.
Era qualcosa di raggelante, ma anche assurdamente avvol-
gente. Inseguendo la suggestione di un gatto, nascosto nel lo-
cale biancheria, provò ad aprire la porta. Non riuscì. La
maniglia non si spostava. Sembrava bloccata dall’interno.
«Devo chiedere aiuto – pensò – devo farmi aiutare». Si sentì
improvvisamente perduta. «Senza pietà. Senza pietà». Quelle
parole le risuonavano nella testa. Istintivamente accostò la
testa alla porta e chiamò piano: «Anna?». Niente. Solo silen-
zio.
«Forse è caduta una pila di lenzuola – pensò – forse sono fi-
nite addosso alla porta, dall’interno». Le venne in mente che il
locale aveva un altro ingresso, utilizzato solo quando arrivava
il furgoncino a riportare la biancheria pulita, imballata, già
pronta per essere riutilizzata.
«È inutile che mi preoccupi – pensava – ora mi libero di
questo scafandro e esco. E vado a vedere dall’altra parte». Ri-
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