Page 126 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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credo arriverà a domani. Non volevo che morisse in quel letto
umido».
L’uomo che l’aveva assalita, nemmeno lo conosceva.
«Non l’avevo neanche visto, mi aveva seguita. Mi è saltato
addosso, mi sono difesa, poi non ho retto più…».
«Non dire altro, non dire altro – sussurrò Fede – vedrai che
passerà. In qualche modo, passerà». Anna trovò la forza di
sdrammatizzare: «Non facciamo altro che ripeterlo, andrà
tutto bene». Già. Tutto bene. E chissà che fotografia avreb-
bero scelto, per raccontare la violenza. Magari un’immagine
rubata dall’album delle vacanze, in piena estate. Anna con le
gambe nude, le spalle scoperte. E qualcuno avrebbe commen-
tato che sì, se l’era meritata.
Anna colse il suo sguardo preoccupato: «Ne ho anche in cos-
tume da bagno – rise – sdraiata sulla spiaggia». Scoppiarono a
ridere. Era qualcosa a metà fra riso e pianto. Intanto l’osped-
ale era sotto sopra. Nonostante le distanze da mantenere, er-
ano tutti in agitazione. E loro non potevano nemmeno abbrac-
ciarsi, a causa del virus.
La luna, sopra, non era più del tutto candida.
C’era un velo, da una parte. Fede vide, ancora una volta, la
morte. Chissà perché le era passata accanto per avvisarla del
pericolo, la prima volta, e chissà perché si era allontanata, per
tranquillizzarla, la seconda volta. E ora era lassù, unita in un
abbraccio alla luna. Fede si accorse allora di qualcosa cui non
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