Page 17 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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gli  parve  che  il  suo  viso  piano  piano  si  colorasse  di  vita,  e
          assomigliasse proprio a quello del collega venuto a mancare, e
          gli  dicesse  che  non  era  giusto,  no,  morire  così,  solo  perché
          non  c’era  un  posto  letto  per  lui.  Si  scosse.  L’immagine  lo
          aveva turbato.

          «No – disse – no, grazie. Sei gentile. Gentilissima, davvero.
          Ma non ordinare niente».

          «Ti  mando  il  link  della  pagina,  quella  con  il  catalogo  –  gli
          disse lei – così puoi scegliere il soggetto che preferisci. Non
          c’è fretta. Fai con calma. Tanto per ora siamo chiusi in casa.
          Non c’è niente che possiamo fare. Si  esce solo per assoluta
          necessità, questioni di vita o di morte». Fece una pausa, poi

          continuò,  quasi  a  separare  la  nuova  parte  del  discorso,  più
          leggera: «Sai che faccio? Ora ti mando anche una fotografia,
          della  mia  nuova  acconciatura.  Vediamo  se  ti  restituisco  il
          sorriso. Mentre parlavamo, prima, ho provato nuove idee per
          sistemare i capelli. Lo so, lo so, è futile, ma abbiamo anche
          bisogno  di  staccare  la  testa  dalla  paura,  dall’angoscia,  dalle

          statistiche  dei  morti.  Dai,  che  prima  possibile  usciremo  di
          nuovo, così ti lascerai alle spalle tutti questi brutti pensieri».
          Era razionale. Era umano.

          Solo che lui non riusciva a fare altrettanto.

          Era  come  un  senso  di  colpa,  che  non  lo  lasciava  in  pace.
          Pensava a come li accoglieva la gente, i marittimi, prima del
          virus.  Erano  tutti  lì  a  guardare,  a  lucidarsi  gli  occhi.  Li


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