Page 221 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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troppo. Non ebbe la forza di opporsi, quando i suoi genitori ti
          imposero di sposare quella bestia, uno che lavorava per loro.
          Giurò che non aveva mai saputo niente, della sua indole vio-
          lenta. Mi disse che sarebbe intervenuto, se solo avesse avuto
          sentore. Era certo della tua infelicità, quanto lo era della sua,
          ma  non  immaginava  che  tu  stessi  vivendo  un  inferno.
          Avevano pagato la casa, il corredo. Non si interessarono più.

          Fino a quel giorno. Il giorno della tua morte». Tutto era com-
          piuto. Il giorno in cui la mamma morì, per il bambino fu una
          rinascita. L’inizio di una vita agiata, senza più paura, ma col
          rimorso  di  aver  fatto  morire  la  persona  che  più  amava.
          L’infermiera provò pena per lui: «Non è stata colpa tua – sus-
          surrò – tu non potevi immaginare. L’hai fatto per me. Io ti ho

          amato tantissimo, non smetterò mai di volerti bene. Sei stata
          la mia gioia più grande, sei stato il figlio che qualunque madre
          vorrebbe avere. Eri pronto a sacrificarti, pur di liberarmi da
          quell’uomo che mi stava uccidendo piano piano…».

          L’anziano aveva smesso di agitarsi. Sul suo viso, ormai privo
          di vita, si era disteso finalmente un sorriso. Riuscì a chiedere,
          ancora una volta, «Mi perdoni?». Lei annuì, accarezzandogli
          il volto: «Sì».

          E subito dopo si accorse che l’uomo non era più.

          Se n’era andato, senza più soffrire.

          Fece quello che prevede la procedura. Informò i medici, che
          annotarono  l’ora  della  morte  e  tutto  il  resto.  Non  confidò  a


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