Page 223 - Il Decamerone Moderno Vol. II
P. 223
Erano anni, ormai, che ciascuno dei due faceva vita a sé.
«Sono felice che tu stia ritrovando te stesso – sorrise – forse,
chissà, riusciremo anche a ritrovarci insieme. So che i bam-
bini sono in buone mani. Sei anche riuscito a metterli a
letto…».
L’unica cosa buona di quel maledetto virus, era la riscoperta
dei sentimenti quotidiani, della semplicità, della vicinanza ai
propri affetti. Non riuscì a mangiare, era troppo stanca. Crollò
addormentata, chiedendosi come fosse possibile che
quell’uomo avesse pensato di parlare con la madre, se sapeva
benissimo che era morta da tanti anni. Era un dettaglio irrazi-
onale, in una confessione del tutto lucida e coerente. Forse era
l’effetto del virus. Forse era il fatto che l’uomo stava attraver-
sando la soglia che divide ed unisce la vita con la morte, e che
cancella ogni distanza. In quella soglia, forse, esisteva un
punto in cui ci si poteva sentire sia vivi che morti.
«Se è così – sorrise – spero che quella mamma sfortunata ab-
bia ispirato le mie parole». Senza accorgersene, era scivolata
nel sonno, con la sensazione che finalmente madre e figlio si
stessero abbracciando, liberi dal dolore e dai ricordi, pronti a
recuperare tutto il tempo che la violenza aveva sottratto loro.
Finalmente insieme.
223