Page 24 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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ricordare.
Si svegliò di soprassalto. Era notte, ma non riusciva più –
ormai da giorni – a rimanere addormentata per oltre un paio
d’ore. Non era serena. Ed era come se la mente le trasmettesse
solo ricordi ben precisi. Erano tutti momenti trascorsi in
famiglia. E le facevano male.
Perché la mamma era ricoverata in ospedale, dopo essere
risultata positiva al coronavirus. E il padre era rimasto da solo
in casa, ad aspettarla, ma non c’era alcuna certezza che
sarebbe ritornata. Purtroppo l’età era quella del maggior
rischio. E non si poteva fare altro che aspettare.
«Non mi sarei mai immaginata di soffrire così tanto per non
poterle stare accanto, di non avere alcun modo per farle
sentire che siamo tutti in angoscia, che contiamo i giorni, le
ore, i minuti, in questo distacco forzato…». Si deve sempre
perdere qualcosa, per capirne l'importanza. Il virus non era
solo tremendo, per il modo in cui aggrediva le persone meno
giovani. Era anche spietato, perché non consentiva a nessuno
di fare visita ai propri cari. E questo rendeva tutto più pesante.
Chi restava a casa ad aspettare, viveva in un costante stato di
paura, che cresceva di ora in ora.
«Prenda qualcosa per dormire – le aveva detto il medico – si
aiuti. Altrimenti non può reggere. Lo faccia anche per la sua
famiglia. Pensi ai bambini, pensi che quando la mamma
tornerà a casa avrà bisogno del suo sostegno, sia pure a
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