Page 26 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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«Ma no, ma cosa vuoi che sia. Lo sai che siamo vecchi, io e
                tuo padre. Un po’ di tosse ci sta, è primavera…».
                «Mamma, riguardati. Hai preso le medicine? Stai abbastanza

                al caldo? Evita di fare sforzi inutili…».
                «Ma chi è qui la madre e chi è la figlia? – rideva lei – mi sa

                che si stanno invertendo i ruoli, eh…».
                Quante cose non dette.

                Quante parole rimaste sospese.

                Non aveva nemmeno gli album delle fotografie, erano tutti a
                casa  della  mamma.  Le  avrebbero  dato  conforto,  in  quei
                momenti.  Come  quando  il  figlio  più  piccolo  era  venuto  a
                portarle un disegno della nonna, «da regalarle appena torna a
                casa».  Ed  il  più  grande  aveva  fatto  gli  occhi  scuri:  «Non

                tornerà – aveva detto – non glielo darai mai…».

                Il  piccolo  aveva  sgranato  gli  occhi,  pieni  di  lacrime.  E  lei
                aveva dovuto dire che no, non era vero, che erano solo paure
                infondate. Ma dentro si era sentita stringere, e si era chiesta
                come  mai  il  ragazzino  avesse  pronunciato  quelle  parole
                terribili, tanto più di fronte al fratellino.

                Aveva provato a parlargli, ma lui si era chiuso nel silenzio.
                Non  c’era  stato  niente  da  fare.  Tutti,  sui  giornali  e  alla
                televisione,  continuavano  a  dire  che  le  persone  anziane  non
                avevano scampo.  E probabilmente anche i  bambini avevano

                assorbito  questo  pensiero,  tanto  da  non  credere  più  che  la


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