Page 28 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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salutava con un macigno nel cuore. E ritornava a cercare di
distrarsi, stando dietro ai bambini. Tentava di riposare, ma
non c’era verso. Come abbassava le palpebre, rivedeva il
volto della mamma, che rideva, seduta sul divano, tirando
fuori quelle fotografie, come se fossero figurine.
«In questa foto – diceva – tu stai giocando in giardino, con la
palla. In quest’altra, sei al primo giorno di scuola».
E via così, con tutte quelle foto che continuavano a crescere di
numero, ed invadevano tutta la stanza. Finché, di nuovo, si
svegliava.
Pasqua era vicina, ormai, ma non sarebbe stata una ricorrenza
come quelle degli anni passati. Non c’era niente da
festeggiare, purtroppo. Con i bambini, continuava a fingere
una serenità che non aveva. «Disegniamo le uova colorate…».
«Prepariamo i bigliettini». «Rileggiamo la filastrocca che vi
ha dato la maestra, da imparare».
Non c’era, però, allegria. Nemmeno una briciola. E quando il
padre non rispose, quella mattina, cominciò a chiedersi la
ragione. Possibile dormisse ancora? Le venne in mente che
avesse disubbidito, che fosse corso dalla mamma.
«Vuoi vedere che lo denunciano – si era preoccupata – perché
ha violato la quarantena?».
Il punto è che nemmeno lei poteva uscire a cercarlo. Nessuno
poteva farlo. E non aveva alcuna alternativa, se non
continuare a telefonare e aspettare che tornasse.
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