Page 266 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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Aveva ancora il coltellino in mano, quando gli venne un’idea.
                Gli  era rimasto del  compensato. Aveva  ancora  dei  colori.  Il
                ragazzo  era  chiuso  in  camera  a  studiare,  la  moglie  aveva
                ancora  un  po’  al  lavoro.  Era  solo  e  libero.  E  si  chiuse  a
                trafficare, nella stanza che utilizzava un po’ come magazzino.
                Tagliò. Colorò.

                Fece avanti e indietro dal terrazzino. E quando tutto fu finito,
                non    disse  niente.     Aspettò    che  venisse      sera.
                Il profumo delle patate arrosto accolse la moglie, al  rientro.

                «Sarebbero  buone  con  qualcosa  accanto  –  ammise  –  ma  in
                fondo sono buone anche da sole…».
                «Ma sì, ma sì – fece lei, contenta – poi piacciono a tutti, dai,

                che bella idea che hai avuto». Si infilò in bagno, per lavarsi e
                disinfettarsi. Nessuno, nella casa in cui accudiva un anziano,
                risultava  positivo.  Tuttavia  era  meglio  fare  attenzione.  Ci
                sarebbe mancato solo un contagio, a complicare una vita già
                così in bilico.

                Erano sere e sere, che mangiavano patate al forno, ma ogni
                volta fingevano che fosse una sorpresa. E il bambino, che le
                adorava,  era  contentissimo.  Faceva  festa.  Abbracciava  e
                baciava la mamma e il papà, saltellando.

                La  donna  raccontò  qualcosa  della  giornata,  poi  chiese  al

                figlio, che le disse prima di tutto di aver studiato, mostrandole
                con orgoglio i compiti, e poi rifece tutta la storiella di Luca,
                del  suo  giardino,  della  sua  vista  dall’alto.  La  donna  fece


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