Page 265 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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simpatico, e non aveva colpa del suo lusso sfrenato. In tempi
normali, nessuno ci faceva caso. In quei giorni, però, il
contrasto era stridente.
«Vuoi una mano per fare i compiti?», disse il padre.
Il ragazzo rise: «No, no, che poi mi sbagli i verbi!», e scappò
via divertito.
«Se t’acchiappo, piccolo teppista!», gli strillò dietro il padre.
Il fatto è che aveva ragione. Lui poteva studiare, l’uomo non
aveva avuto la stessa possibilità. Era andato subito in
apprendistato, dopo la scuola, e aveva rimediato un diploma
professionale. E sui verbi zoppicava.
«Vabbè – pensò – tanto mica devo parlare, io. Sto zitto e
faccio il mio. E sui lavori manuali, non mi batte nessuno».
Mettendo a posto la cucina, notò che la dispensa era semi
vuota. Avevano fatto la domanda per il buono spesa, sarebbe
arrivato a giorni. Intanto si dovevano arrangiare. Pensò a
quello che diceva sua madre, nei periodi più grami: «Patate e
patate, non si sbaglia mai». Con le patate si potevano fare
miracoli. Erano buone in tutti i modi. E così, preso un
coltellino, si mise a pelare e tagliare patate, per fare una bella
teglia al forno. Intanto, gli ritornavano in mente le vanterie
dell’amichetto del figlio, che da lì «vedeva tutto». Gli erano
andate di traverso. Parole innocenti, certo. I ragazzi ripetono
quello che sentono in casa. Però… «Chissà che cosa vede –
pensò – vedrà i tetti delle case, vedrà il mare in lontananza».
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