Page 263 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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Il bambino rimase in silenzio. Nella stessa gli frullavano tanti
          pensieri. «Dice che da lì lui vede tutta la città».
          «È probabile».

          «Dice che lui non è come quegli scemi che escono per fare
          due passi, che lui è bravo e resta a casa».

          «E  fa  bene  –  disse  il  padre  –  perché  bisogna  rispettare  le
          regole, soprattutto per evitare di contagiare gli altri».

          «Dice che lui non esce a comprare, perché …».

          Il padre gli fece cenno di sì. Ne conosceva tanti. Erano tutti
          molto  ricchi.  Non  avevano  alcuna  necessità  di  uscire.
          Ordinavano,  e  il  mondo  obbediva.  Avevano  ville,  avevano
          prati,  avevano  piscine,  avevano  la  cucina  piena.
          E si vantavano, anche, di non essere come quelli che uscivano

          a portare il cane, per una boccata d’aria.

          Il ragazzo era più stupito che invidioso, anche se un po’ gli
          dispiaceva, che quel tale Luca vedesse tutto dall’alto, dal suo
          giardino, mentre lui restava chiuso in casa.
          Un  terrazzino  c’era,  ma  dava  sul  cortile.  Non  si  vedeva

          neanche il mare. Sdraiandosi, magari, un po’ di cielo.

          «Mi pesa un po’ – disse il bambino – il fatto di restare sempre
          a casa, di non poter correre».
          «Pesa anche a me – rise il padre – ma ci rifaremo, vedrai. È

          solo per qualche tempo, ancora. Vedrai».
          «E la mamma – disse il bambino – la mamma che continua a

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