Page 259 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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solitudine che tanti temono, è stata la mia scelta di sempre.
Sto bene con me stessa. Non desidero altro».
Era una sorta di gran finale, un bilancio entusiasmante di una
vita intensa. Marisa era emozionata. Era stata scelta come
destinataria di quei pensieri. L’emozione si tramutò
rapidamente in commozione, quando lesse le ultime parole.
«Mi sono rivista in te. In quella ragazzina esitante che sono
stata. Anch’io avevo scelto inizialmente di rinunciare, di non
bruciarmi con le delusioni che inevitabilmente avrei avuto
lungo il percorso. Fu mia madre a spingermi, a dirmi che
dovevo osare. E fu la prima spettatrice, al mio primissimo
spettacolo. Ci vuole sempre qualcuno che ti incoraggi ad
andare avanti. Altrimenti si vacilla. Mi hai incuriosito da
subito. Sentivo addosso il tuo sguardo, che mi scrutava, che
mi interrogava. Ho colto subito i tuoi interrogativi, la tua
paura, ma anche i sentimenti, profondi, della tua anima».
Marisa provava una sensazione strana.
Era come se il suo vecchio sogno, quello in cui la madre non
accettava di essere sepolta, avesse assunto un significato
diverso. Forse non voleva indicare il suo rifiuto ad accettare la
morte. Forse era un messaggio diverso, mirato a farle capire
che nessuno muore mai veramente.
«Chi non si può seppellire, resta vivo per sempre. Così i miei
sogni. Posso far finta che non esistano più, ma ci sono».
L’anziana artista aveva scelto di regalarle qualcosa di
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