Page 254 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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anche  ad  una  certa  età.  Respiravo  quella  sua  energia,
                quell’entusiasmo,  quelle  canzoni.  Nella  mia  mente,  da
                bambina, mi trasformavo in una grande soprano, in abito da
                scena. Solo che poi, la vita…».

                Marisa si interruppe.

                Era mancata la madre.
                Era  stato  un  evento  che  le  aveva  sconvolto  i  pensieri,  i
                progetti, i sogni.

                L’anziana  aveva  quegli  occhietti  sottili,  che  a  tratti
                diventavano immensi.

                «Non cerchi scuse con se stessa – disse – noi siamo gli unici
                responsabili delle nostre scelte. E ogni scelta fatta ha un suo
                costo. Ce ne sono di molto economiche, quelle più facili, le

                scorciatoie, che ci  richiedono un sacrificio in apparenza più
                piccolo, ma si rivelano poi le più pesanti, perché ci privano
                della serenità di chi si sente realizzato».

                Marisa si chiese per la prima volta se fosse davvero felice. Era
                contenta, sì, del suo lavoro. Ma era consapevole del fatto che
                il canto le avrebbe dato molto di più. Perché la rendeva libera.

                L’anziana  la  guardava,  e  sembrava  poterle  leggere  l’anima.
                «È  ancora  molto  giovane  –  le  disse  –  può  ancora  scegliere.
                Non perda altro tempo. E se deciderà di rinunciare, sappia che
                si porterà dietro quella rinuncia, per sempre».

                La donna si era sdraiata di nuovo.


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