Page 256 - Il Decamerone Moderno Vol. II
P. 256
«Chissà – si chiese Marisa – se è stata una cantante, o
un’insegnante di canto. Di certo la sua vita ha avuto a che fare
con la musica…».
Tornando a casa, nel silenzio della città, blindata a causa del
virus, continuava a chiedersi se avesse proprio ragione quella
donna sconosciuta, che le aveva parlato con tanta franchezza.
«Forse è così, forse sto sbagliando tutto, forse bisogna avere il
coraggio di prendere la vita fra le mani. Forse davvero mi
troverò a pentirmi, un domani, delle scelte non fatte…». Le
venne in mente lo sguardo orgoglioso della madre, quando da
bambina accarezzava l’idea del conservatorio. Le venne in
mente che l’avrebbe incoraggiata, se fosse stata ancora in vita.
Proprio come l’anziana signora, che l’aveva osservata in
silenzio, senza dir nulla, per tanti giorni. E che aveva colto
quella sua ossessione per la morte.
«Come è strana la vita – osservò – a volte si incrociano per
caso delle persone che possono cambiare il tuo pensiero, che
possono indicarti nuove strade».
L’emozione era così intensa, che fece fatica a prendere sonno.
E quando si svegliò, la mattina dopo, ancora avvertiva quella
strana euforia. Cantò lungo tutta la strada, nel silenzio della
mattina.
Qualcuno si affacciò dalla finestra, per congratularsi.
«Bravissima». «Dovrebbe esibirsi in teatro».
Le parve naturale, appena arrivata in ospedale, correre a
256