Page 261 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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IL SOTTOMARINO
GIALLO
«Papà, papà, perché Luca sta ai giardini, a giocare, se tutti i
bambini devono stare chiusi in casa?».
Papà stava sistemando un po’ la casa. Non era abituato a farlo.
Lavorava, di solito, in nero. Un lavoro di manovalanza, che
gli permetteva di portare a casa quello che serviva per la
famiglia. Un lavoro illegale. Non gli versavano i contributi. Il
fatto è che alla sua età non era facile trovare un lavoro onesto.
La dittarella in cui lavorava prima era fallita. Così si era
messo in quella lista di tutto fare che qualche cosa trovano.
Ma col coronavirus era dovuto restare a casa. Troppi controlli.
Così era la moglie, a lavorare. Un po’ domestica, un po’
badante. Le famiglie benestanti le facevano
l’autocertificazione, questione di necessità. E non avevano
problemi, a continuare a farla andare a casa.
Il papà raggiunse il figlio in cameretta. «Chi è Luca?».
«Luca! Quello col papà che arriva in astronave».
Risero insieme. Il padre del bambino, un compagno di scuola,
aveva un’automobile di lusso, molto lunga, diversa da tutte le
altre. E i ragazzini la chiamavano così. Ai loro occhi era una
navicella spaziale.
«Luca è ai giardini, papà».
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